Sanremo 2014 – ultimo giorno: diario giornaliero tra Parietti, Arisa e Rosanna Cancellieri

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Primo giorno POST Festival di Sanremo e 6° appuntamento (qui il primo, qui il secondo, qui il terzo, qui il quarto, qui il quinto) con il Diario quotidiano dall’Ariston firmato Angelo Rifino.
Ovvero il dietro del dietro del dietro del dietro del dietro le quinte del Festival, come non lo avete MAI letto da nessun’altra parte. Ed è per questo motivo, visti i saluti ormai ufficializzati da Sanremo, che ringrazio Angelo per lo splendido lavoro portato a termine, sempre divertente, originale, piacevole e mai volgare. Bravo Rifino!

Squisita, gustosa e di qualità. Ovviamente non sto parlando della finale del Festival di Sanremo (che mi ha visto ostaggio di una diretta infinita), ma della torta che, con la classe che mi contraddistingue, ho scroccato al Dopofestival. Festeggiare la vittoria con la vincitrice non è stato proprio come me lo sono sempre immaginato: io credevo un po’ di essere all’after party dei Grammy, fingevo di bere champagne e urlavo “congratulatioooon”, ma lei – Rosalba – sembrava una di quelle che detestano le feste a sorpresa, e che ne hanno appena ricevuta una. Tra un cin cin e una fetta (l’ultima, giuro) ripenso a questa ultima diretta sanremese: come ogni finale che si rispetti, anche il parterre è stato all’altezza dell’evento (aiutateme a dì – per l’ultima volta – altezza). Grandissimi nomi e prezzemolini della tv italiana occupavano la prima fila, ma indubbiamente nei giorni precedenti era mancato quel tocco di glamour che non guasta mai.

A colmare questo vuoto ci ha pensato La vera esperta di moda, colei che (quando Anna dello Russo era ancora a Bari a raccogliere le cime di rapa) occupava le prime file delle Fashion Week, la Anna Wintour della Tuscolana: Rosanna Cancellieri. In realtà, visti i disastrosi risultati del botox, inizialmente l’ho confusa con Leo Gullotta (qualche Bagaglino fa). Lei, come se non je paresse vero de sta in prima fila al Festivàl, non ha lasciato mai il suo sudatissimo posto, nemmeno per salutare la miracolata dei pomeriggi di mamma Rai: Veronica Maya. Arrivata per ultima, quasi un minuto prima della diretta, confida a Lorella Landi che da casa sua c’era troppo traffico. Che sciocco che sono, come posso credere che quando parla di “casa” si riferisca alla dimora romana? Ovviamente Veronic(hett)a quando viene al Festival s’appoggia a Montecarlo: ‘na casetta tranquilla acquistata l’anno scorso dal marito chirurgo, che ieri tra Parietti e Cancellieri si sentiva decisamente nel suo habitat naturale. A na’ certa mi sento su “Scherzi a Parte”: non è possibile che una finale duri cosi tanto, ho perso l’uso delle gambe e dei piedi a fine “prima parte”, inizia a uscirmi il sangue dal naso e mi è anche parso di vedere due persone che svenivano in terza fila, ma sono fiducioso e aspetto il momento che adoro: urlare, urlare, urlare ad ogni minima rivelazione sulla classifica. Mi allargo il papillon e scaldo la voce, sento già dentro di me i “buuu” che tra poco diventeranno realtà, ma l’ennesima delusione di questo Festival prende forma: annunciano solo i primi tre finalisti. Adesso, qualcuno può spiegarmi chi cavolo spende un euro a sms per votare Gualazzi o Rubino? Mica siete i genitori di Rocco Hunt che vi potete comprà tutti i call center della Campania, ok? Uscendo dall’Ariston, mi lascio alle spalle una settimana intensa, fatta di stress misto a eccitazione. Volentieri mi lascio alle spalle anche l’immagine che fotografa la situazione attuale italiana: la decadenza. Ad Alb(on)a non je regge più nulla, mentre la paparazzo chiudo gli occhi scattando alla cieca: non accetto di vedere la Parietti Nazionale nella scena finale de “La morte ti fa bella”. Alba, per noi rimarrai sempre la stessa dello sgabello di Galagoal (credice). Da domani torneró alla vita di tutti i giorni, sarà molto difficile, ma ci proverò. Al massimo al primo “attacco red carpet” userò il tappetino del bagno, ma Sanremo è sempre Sanremo, e anche a sto giro ci ha fatto parlare (tanto) cantare (poco) e nel mio caso…sorridere (taaaantissimo). Vorrei evitare di ringraziare Dio, la mia famiglia e tutti quelli che hanno creduto in me (non mi scrollo di dosso la sensazione da Grammy che mi incatena da ieri notte), ma non posso non ringraziare Spetteguless per essere stato un ottimo padrone di casa (senza nemmeno chiedermi l’affitto, che di questi tempi è tanta roba). Dare voce a sconosciuti, non è da tutti. Grazie. Davvero. By Angelo Rifino.

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