Ennio Fantastichini show: sono stato anche con uomini

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Io a 12 anni ho subito molestie, ma ho reagito. Successe all’oratorio, con un prete di passaggio. Credo che altri abbiano invece ceduto. D’altra parte la sessualità è naturale: come fanno i preti a praticare l’astinenza? Poi ho ricevuto un po’ di avance maschili. Mi toccavano, dicevano: vieni a dormire da me. Il fatto è che nell’innocenza di quegli anni ero un po’ imbarazzato a essere duro, a dire ciò che non mi piaceva. Magari quello era un regista, come un colombiano che era innamorato perso, allungava la mano e dovevo riuscire a sottrarmi con gentilezza. Come tutti, qualche esperienza l’ho avuta. Per la mia generazione dire di no era borghese, dovevi essere disponibile dal punto di vista mentale, ma quelle 2-3 volte che è successo non mi sono trovato. Mi ricordo mio padre, maresciallo dei carabinieri, che quando morì Pasolini disse: ‘Meno male che l’hanno ucciso questo frocio di merda’. Mi arrabbiai moltissimo, a 15 anni me ne andai di casa. Poi l’ho perdonato, era ignoranza. Mia madre era molto aperta, le confidavo tutto. A 13 anni, dopo che avevo fatto l’amore con la mia ragazza, ci portava il caffè a letto. Gian Maria Volontè aveva in giardino una pozza di acqua gelida, mi faceva spogliare e lì dentro passavamo ore a chiacchierare nudi, bere, tirare coca. Le donne a un certo punto ci chiamavano, ma noi andavamo a nasconderci dietro la lavatrice dove ci aspettava una bottiglia di vodka e uscivamo alle sei di mattino“.

Parole e pensieri del grande e sottovalutato Ennio Fantastichini, via Vanity Fair, già magnifico omosessuale in Saturno Contro di Ozpetek.
‘Gay io? No, io sono frocio’.
‘Ma non è la stessa cosa?’.
‘Sì, ma io sono all’antica’.
10, 100, 1000 Fantastichini.
Prendessero nota i centinaia di repressi del cinema e della tv italiota, pronti a nascondersi dietro migliaia di maschere pseudo-eterosessuali. Ma W la faccia di chi ha provato e non se ne vergogna.

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