Raoul Bova si SEPARA dalla moglie ma precisa: NON sono gay

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Lo dico apertamente, mi piacciono le donne. Se fossi omosessuale, credo che non avrei nessun problema a riconoscerlo. O forse non lo direi: perché questo obbligo di dichiararsi, di giustificarsi? Nessuno va in giro a dire: piacere, sono etero. Più di metà dei miei amici sono gay. Persone con cui sono cresciuto e andato a scuola, con cui lavoro. È per loro, soprattutto, che mi fa ribrezzo questo modo razzista e retrogrado di usare l’etichetta di omosessuale come una macchia inconfessabile, come una peste. Se io sono un personaggio pubblico e conosco le regole del gioco, i miei figli non hanno fatto nulla per meritarsi questo trattamento. L’assedio dei fotografi li spaventa… Poi c’è la scuola: i compagni a casa hanno genitori che leggono, ascoltano, e a tavola commentano queste cose, e i figli le sentono, e tornando a scuola le ripetono, con la cattiveria che possono avere i bambini: tuo padre sta male, tuo padre è un ladro, tuo padre divorzia, tuo padre è gay… Se mi vedo costretto a parlare, è per proteggere loro. Chiara e io nel tempo siamo molto cambiati. Il cambiamento a volte unisce e a volte no. Noi due, purtroppo, non ci siamo più capiti… Allora è iniziato un periodo molto lungo – quasi tre anni ormai – in cui ci siamo parlati, ci siamo confrontati. Abbiamo provato in tutti i modi a risolverli, quei problemi, ma purtroppo non è bastato… E alla fine abbiamo deciso di comune accordo, con grandissimo dolore e con grandissima civiltà, di prendere strade diverse. Lo abbiamo fatto perché crediamo troppo al valore della famiglia per tenerla in piedi a qualunque costo, come facciata, senza onestà. È un atto non dico di amore, ma di rispetto per l’amore che c’è stato tra di noi‘.

Parole e pensieri di RAOUL BOVA, via Vanity Fair, che con forza prima conferma la rottura con la moglie per poi smentire le incessanti voci che lo vorrebbero OMOSESSUALE.
All’attore infatti piace la GNOCCA, per poi infervorarsi e sbandierare la solita minchiata dell’eterosessuale che non deve andare in giro a dirlo a chiunque, quindi perché un gay dovrebbe comportarsi diversamente?
Ed è qui che mi incazzo come una iena. Ma quale etichetta, ma quale macchia inconfessabile, ma quale peste.
Ma di cosa minchia stiamo parlando.
Il coming out VIP serve per aprire porte, occhi, cuori, menti a chi crede, ancora oggi, che l’omosessualità sia un qualcosa di limitato, visibile e riconducibile a poche categorie lavorative.
Il coming out di attori, cantanti, calciatori, sportivi e presentatori renderebbe questo Paese più CONSAPEVOLE e meno IPOCRITA, più SINCERO e meno fastidiosamente FALSO nel cavalcare vite mai vissute se non nei finti servizi fotografici dei settimanali.
Qui nessuno vuole etichettare nulla, ne’ attaccare o marchiare chicchessia con il virus della peste.
Fare COMING OUT PUBBLICO, se personaggi pubblici, significherebbe AIUTARE tante altre persone NORMALI che vivono come un incubo un passaggio simile e al tempo stesso far capire a migliaia di omofobi trogloditi che chiunque, ovvero persino un DIVO come Raoul Bova, sex symbol che potrebbe avere tutte le donne del mondo ai propri piedi, è gay. Perché così è. Punto.
Continuare a NON capirlo, trincerandosi dietro la maschera della PRIVACY e dell’idiota paragone con l’eterosessuale medio, fuori dal tempo, dalla società in cui si vive e da qualsiasi linea logica di pensiero, è stupido, retrogrado e tendenzialmente portatore sano di ignoranza.
Tutto il resto, almeno per chi scrive, è pura fuffa.

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