#Sanremo2013 – trionfo Mengoni ed Elio: voti e considerazioni finali

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UPDATE: annunciata in conferenza stampa (perché non in diretta?!?), ecco arrivare la classifica FINALE del Festival di Sanremo 2013. 1 Mengoni, 2 Elio, 3 Modà, 4 Ayane, 5 Gualazzi, 6 Silvestri, 7 Gazzè, 8 Chiara, 9 Annalisa, 10 Maria Nazionale, 11 Cristicchi, 12 Marta sui tubi, 13 Molinari e Cincotti, 14 Almamegretta.
Pensavo peggio. Modà di merda.

Finito.
Con il primo posto di Marco Mengoni, il trionfo di Elio e le Storie Tese e gli intrusi Modà.
Il Festival di Sanremo ha così chiuso i battenti, dopo un’edizione low budget fatta letteralmente in casa. Con successo.
Perché dopo la prima legata serata, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto si son sciolti sempre più, tanto dall’esplodere ieri sera con un probabilmente evitabile ‘finocchio’, incredibilmente rivolto al conduttore. Una battuta, sfuggita sicuramente all’irruenta Lucianina, che ai diritti dei gay ha sempre dimostrato enorme interesse, ma qui scivolata su una clamorosa buccia di banana. Perché fino a quando non si riuscirà ad andare oltre al ‘finocchio’ di turno, in prima serata e davanti a 17 milioni di italiani, i Renzo Rubino e i due sposini pronti a volare a New York varranno meno di zero, perché sempre di ‘finocchi’ torneremo a parlare, tra le immancabili risate generali.
Un Festival, com’era purtroppo prevedibile, finito nuovamente tra le mani di un ex talent. In 5 anni abbiamo avuto 3 vincitori in arrivo da Amici ed uno da X-Factor. Solo Vecchioni riuscì a rompere l’incantesimo, relegando Emma in seconda posizione. Se non ci fosse stato lui avremmo avuto la cinquina perfetta. Che gli ex concorrenti da talent partano avvantaggiati in una competizione canora con televoto è lapalissiano. Per questo bisognerebbe rivedere i termini del regolamento. Perché fino a quando qualcuno non si prenderà la briga di cambiarlo, non usciremo più dall’incubo talent a Sanremo. A pagarne le conseguenze, è ovvio, la vera musica di qualità.
Malika Ayane, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Raphael Gualazzi. Vederli fuori dal podio, e dal circuito premi, è stata una bestemmia. Trovare al loro posto i Modà, autori di una canzone inascoltabile, ma anche lo stesso Mengoni, presentatosi al Festival con una bella canzone sanremese, ma dal mio punto di vista inferiore ad altre, fa inevitabilmente girare le palle. Trionfatori assoluti Elio e le Storie Tese, ieri sera ancor più spettacolari del solito, ai quali ‘un’ premio l’avrei comunque tolto. Quello della critica intitolato a Mia Martina, che doveva andare ad uno tra Malika e Gualazzi. Ed ora? Ed ora tutti a casa, in attesa del Festival 2014, che ci auguriamo possa esser meno ‘facciamo finta di esse sperimentali’. Perché Sanremo è Sanremo. Tradizione compresa.

Voto Bianca Balti – 1: imbarazzo profondo per lei e i suoi 3 neuroni, che hanno sfilato a vuoto per l’intera serata.
Voto regolamento – 3: in un concorso, da che mondo e mondo, c’è un primo classificato ma anche un ultimo classificato. Ed io pretendo di sapere entrambi. Chi è arrivato primo, chi quarto, chi decimo, chi 14esimo. Annunciare solo i primi 3 è un insulto a chi ha seguito il Festival, e soprattutto nei confronti di chi ha televotato, sperperando denaro per un’intera settimana.
Voto canzoni – 6,5: media alta. Diciamolo chiaramente. Scelte discutibili alla vigilia, tra cantanti ‘troppo’ d’autore e nomi quasi sconosciuti, ma canzoni davvero interessanti. Anche tra i giovani. Nel complesso, a parte 3/4 casi, è stato un Festival della canzone. Delle belle canzoni.
Voto conduttori – 7: sciolti, ironici, caciaroni. Fazio e Luciana si completano a vicenda, da anni, tanto da averlo confermato ancora una volta. Rivederli ancora una volta tra 12 mesi? Perché no.
Voto comici – 3: caos Crozza; noia Marcorè; disastro Claudio Bisio. Basta comici a Sanremo. Basta strapagarli. Prendete quei soldi e dirottateli sui cantanti internazionali. Più Antony e Birdy e meno Bisio, la prossima volta.
Voto ospiti internazionali – 6: c’era un tempo in cui Sanremo significava Madonna, Take That, Spice Girls. Peccato quel tempo sia finito. Ci son meno soldi, e più scelta. Meno popstar, e più divi d’autore. Tutto sta nel riuscire ad amalgamarli con intelligenza e coraggio. Si potevano spender meglio quei pochi soldi a disposizione, puntando anche su un super ospite internazionale? Forse sì. Che si faccia, nel 2014.

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