“Sono assolutamente d’accordo per una regolamentazione nel codice civile dei rapporti delle coppie di fatto, non posso, per religione e per radici nel nostro elettorato, essere d’accordo con il matrimonio gay, credo che i tempi non siano maturi, anche se ho grande rispetto per chi si ama, per chi sta insieme” (by Radio 24).
Se in Inghilterra come in Francia si abbattono staccionate nel campo dei diritti, tanto a destra quanto a sinistra, in Italia c’è poco da fare.
Perché se da una parte c’è un Nichi Vendola ormai prossimo al Governo che annuncia la presentazione di una proposta per il riconoscimento del matrimonio omosessuale, dall’altra c’è il leader della destra Silvio Berlusconi che torna ad urlare il proprio no ai matrimoni gay, dopo averli sostenuti a sorpresa poche settimane fa su RTL.
Nel farlo, colui che imbarazza il mondo tranne che i suoi elettori ha usato parole persino ‘garbate’, sostenendo comunque una ‘regolamentazione nel codice civile dei rapporti delle coppie di fatto‘. Ovvero quella stessa regolamentazione che Silvio Berlusconi attaccò con rabbia e forza, insieme a tutta l’ala catto-fascista del Parlamento italiano, nell’indimenticabile e triste Family Day del 2007. Passati sei anni, e detto tutto e il contrario di tutto, il grande cazzaro del Bel Paese prova così ad aprire un portone, quello delle coppie di fatto, per poi chiuderne un altro, ovvero quello del matrimonio, nascondendosi dietro il paravento dei ‘TEMPI’. Che a suo dire NON sarebbero maturi.Se non fosse che sia Francia che Inghilterra, nel giro di una settimana, abbiano sposato la legge, scrivendo così la parola fine ad un’ingiustizia. Della serie ‘più maturi di così’…