Elton John padre per la seconda volta

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E sono 2.
Elton John e David Furnish sono diventati padri per la seconda volta, grazie ad un’altra madre surrogata. Dopo Zachary, nato due anni fa, sarebbe infatti nato un altro maschietto.
Non parliamo mai delle vite private dei nostri clienti“, ha commentato il portavoce di Elton, alimentando di fatto i rumor sulla presunta nascita. Tutto questo perché lo scoop dell’ufficialità sarebbe stato ‘venduto’ ad Us Weekly, come avvenne nel 2010 con la bomba Zachary.
«Mi pento di non averlo fatto prima, ma devo dire che ha cambiato le nostre vite. Tutto ora ruota intorno a lui. È stupendo. Viaggia senza problemi, ama le persone e rende gioiose le nostre vite», aveva detto John un anno fa, nel descrivere la sua nuova vita da papà. Un papà ricco, celebre, milionario. E ai tanti bigotti che ancora oggi millantano assurdità del tipo “due padri non possono crescere un figlio perché mancherebbe la figura materna“, rispondo automaticamente con le sagge parole di Marco Lazzarotto Muratori,
Psichiatra e Psicoterapeuta, pubblicate giorni fa sul Corriere della Sera, che troverete dopo il saltino.

La biologia non fa una famiglia; la famiglia, come già notava Jacques Lacan, non è il luogo della procreazione. L’essere umano, dotato di linguaggio, non è un animale votato alla mera riproduzione seriale.

Non vi è nulla di naturale nel concetto di famiglia, nella misura in cui la famiglia non è il luogo delle leggi naturali, ma è una costruzione simbolica, un prodotto dell’azione della Cultura sulla Natura. Quando parliamo di famiglia siamo tentati di ricondurla a un teatrino popolato di figure stereotipate, che richiamano ideali piccolo borghesi: IL padre, LA madre, i figli.

La famiglia umana, invece, è cambiata più volte nel corso del tempo e nelle diverse culture che abitano questo pianeta. La comparsa delle cosiddette “nuove” famiglie monogenitoriali e omogenitoriali è un fenomeno che va interpretato, ancora una volta, come effetto della Cultura sulla Natura: la famiglia è una struttura simbolica che esiste al di là delle leggi biologiche ed è perciò in continuo mutamento. Nonostante gli studi condotti dalla American Psychological Association (che si è espressa molto chiaramente a riguardo già nel 2004), dalla American Psychiatric Association e dalla American Academy of Pediatrics non abbiano mostrato alcuna differenza tra gli effetti dell’omogenitorialità e dell’eterogenitorialità sui figli, la questione delle famiglie non eterogenitoriali torna frequentemente nel dibattito mediatico, e sembra adombrare un’altra domanda più spinosa: può un omosessuale essere un buon genitore?

La triangolazione edipica teorizzata da Freud incontra un limite trattato, in seguito, da Lacan: la funzione paterna è sì necessaria, in quanto metafora, per svincolare il figlio dal godimento originario e dalla simbiosi con la madre, introducendo da una parte il limite dell’incesto e donandogli, dall’altra, la possibilità di desiderare altro, ma tale funzione non deve essere necessariamente incarnata dal padre reale. E’ il padre simbolico che assolve a questo compito, che può non coincidere con il padre biologico: il padre simbolico può essere incarnato anche da un’altra figura, uno zio, una nonna, un compagno, una compagna. Non è la biologia, intesa come sesso biologico, a imporre le sue leggi sulla famiglia; semmai è l’esatto contrario. I legami familiari, i nomi che gli esseri umani danno ad essi, sono prodotti dell’azione del linguaggio, della cultura, sulla natura biologica dell’animale uomo. Compito di una famiglia, dunque, non è la riproduzione, ma l’umanizzazione di una nuova vita, che lasciata a sè stessa sarebbe mera biologia, e che l’essere umano ha la facoltà di inscrivere, a partire dal nome dato, in una rete di senso, di affetti capaci di particolarizzarla, di renderla unica, di dare un posto al nuovo soggetto.

Non è il sesso biologico dei genitori (o del genitore, nel caso di un genitore single) a definire una famiglia: è la posizione dei suoi membri, la funzione da essi esercitata, la loro capacità di far funzionare l’Edipo in un’epoca di generale indebolimento della funzione paterna, dei limiti, che potrà donare a un figlio un posto nel mondo.

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