Josh Pacheco, 17enne UCCISO dall’omofobia

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“Mi dispiace non aver saputo essere più forte”.
Poche parole. Le ultime, scritte su un foglio, prima di uccidersi, inalando il gas dal tubo di scappamento nel garage di casa.
Josh Pacheco aveva 17 anni. Si era appena dichiarato gay in famiglia.
I genitori non avevano mosso un ciglio, accettando quasi con orgoglio quella coraggiosa sincerità.
Eppure qualcosa non andava. A scuola. Perché Josh era vittima dei bulli.
Bullismo omofobo. Ancora una volta. Lo sfottevano, deridevano, picchiavano.
Era un ragazzo divertente e davvero molto sensibile, oltre ad essere sempre attento a non ferire i sentimenti altrui. Non aveva molta voglia di parlarci dei problemi con i bulli” “Nessuno dei professori mi ha mai detto nulla, eppure qualcuno sapeva“. A parlare è la madre del ragazzo, Lynnette Capehart, privata di un figlio, perché gay, ed ostaggio della cattiveria adolescenziale.
Che sa essere maledettamente perfida.
Tanto da uccidere, ancora una volta. E non solo in Italia.
Perché tutto il mondo è paese, quando si parla di ignoranza ed omofobia.

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