Chi votare se sei gay: perché non fondare un NOSTRO ‘partito’?

Condividi

E’ il 2007 quando il Governo Prodi propone all’Italia intera i Dico.
La ‘coppia di fatto’ Bindi/Pollastrini partorisce un ‘compromesso storico’, a dir poco migliorabile e criticabile ma accettabile, raccomandata al proprio fidanzato compresa, vista la sconvolgente situazione italiana nei confronti dei diritti gay. Il ‘colpo’ arriva dritto al volto del Vaticano, che ci scatena contro il Family Day in Piazza San Giovanni, con 3 leader di partito sul palco, in nome della ‘Famiglia Tradizionale’, divorziati e per l’appunto con più famiglie. W la coerenza. Mastella e Dini affossano il Governo Prodi, i Dico vanno a farsi fottere.
In questi ultimi 5 anni il mondo si è fortunatamente evoluto. Il mondo, per l’appunto, e non l’Italia. Il tema dei matrimoni gay è entrato con forza nell’agenda politica di vari Paesi, diventando spesso e volentieri fiore all’occhiello della campagna elettorale. Eppure c’è un centrosinistra talmente cieco, vecchio e rincoglionito da non accorgersene. Perché 5 anni dopo quel 2007, loro son ancora qui a riproporci i Dico. Nell’era del matrimonio globale e dell’adozione, la Bindi si infuria con chiunque osi contestarla, solo e soltanto perché incapace di cavalcare l’evoluzione della specie. Presidente di un partito teoricamente ‘figlio’ dei ‘vecchi’ DS, la Rosy nazionale diventa così simbolo di un caos politico tutto interno al ‘datato’ centrosinistra, ormai solo e soltanto quasi centro. A parlare, d’altronde, sono i fatti di queste ultime settimane. Pier Ferdinando Casini, possibile ‘alleato’ PD alle prossime elezioni, ha tuonato senza se e senza ma: “i matrimoni tra gay sono una idea profondamente incivile, una violenza della natura e sulla natura“. Una sparata talmente insensata ed eccessiva da far impallidire il Calderoli di turno, che difatti incassa il colpo e si incazza per non averla sputata prima lui. Colpito ai fianchi, Pier Luigi Bersani ha provato a stemperare i toni con una cinguettata surreale:
Noi le unioni gay le facciamo. Punto. Gli altri si regolino“.
Il senso di questa frase? Inesistente. Vediamo il perché:
1) cosa CAZZO sono le ‘unioni gay’. Cosa MINCHIA si intende per ‘unioni gay’. Matrimonio generico? Unioni civili? Coppie di fatto? Un foglietto con su scritto ‘posso esse tuo amico’ e 3 opzioni di scelta? Un profilattico, una dark e un litro di lubrificante in regalo? Una pacca sulla spalla? Di cosa DIAVOLO stai parlando, Bersani, quando parli di UNIONI GAY?!?
2) “Noi”. Ma noi chi, caro Bersani, visto che sei Segretario di un partito che è tutto un “voi”, “noi”, “loro”, “quelli”, “gli altri”, “essi”, “sta minchia”. Un partito fatto di tante (troppe) voci e ‘bande’, in cui chiunque si ostina a mantenere la propria posizione, senza riuscire ad avere una ‘visione comune’, figlia della collettività e della costituzione, che ci vuole tutti UGUALI, con gli stessi oneri ed onori.
3) “Gli altri si regolino”. E no, caro Bersani. Perché proprio gli ‘altri’ saranno vostri alleati. E senza questi ‘altri’, le promesse di oggi, domani, non varranno una mazza. E non fingere di non saperlo. Perché la triste e maledetta esperienza dell’Armata BrancaUNIONE ce la ricordiamo TUTTI, ancora oggi.
Ora, dinanzi ad un PD kamikaze che lascia misteriosamente campo all’area cattolica (minoritaria) strizzando l’occhio all’UDC di Casini, trovano poi spazio una serie di partiti che provano a lanciare l’amo, nella speranza di tirar su un elettore ricchione:
– abbiamo SEL di Nichi Vendola, a lungo sfuggente sull’argomento ma alla fine deciso a battersi, prendendo una posizione chiara e finalmente condivisibile: sì ai matrimoni gay, senza se e senza ma.
– abbiamo l’IDV di Antonio Di Pietro, in questi ultimi anni sempre molto vicino al ‘movimento’, tanto da cavalcare il cavallo dei matrimoni per PRIMO.
– abbiamo Beppe Grillo e il Movimento a 5 Stelle, per mesi silente fino alla bomba di pochi giorni fa, quando 24 ore dopo il delirio PD all’assemblea di Partito (guarda un po’ te la casualità), il comico genovese si è detto FAVOREVOLE al matrimonio omosex.
Guardare a DESTRA in cerca di aperture, è lapalissiano, non ha senso. Perché se in Inghilterra i conservatori di Cameron promettono una rivoluzione matrimoniale, in Italia i ‘vecchi’ Fini, Casini e Berlusconi (o Alfano) non sono proprio contemplabili.
E quindi? E quindi c’è un ragionamento sensato da DOVER portare avanti, perché le elezioni sono alle porte.
1) se la sbiadita foto di Vasto riprendesse colore, il trio Pd/Sel/Idv potrebbe DAVVERO ‘concederci’ quei diritti fino ad oggi schifosamente negati. Possibilità che tutto ciò avvenga? Mi fermo ad un 25%.
2) se il Pd dovesse davvero SUICIDARSI, dicendo sì all’UDC di Casini e di mrs. Binetti (perché a volte ritornano), scordiamoci pure QUALSIASI diritto, Dico compresi. Possibilità che tutto ciò avvenga? Purtroppo un buon 50%.
3) se Idv e Sel (+ verdi + Rifondazione) dovessero RIFORMARE la ‘sinistra’, avremmo trovato una ‘coalizione’ votabile ma sulla carta già ‘sconfitta’. Perché non potranno MAI vincere le elezioni, indi ragion per cui, tutte le loro promesse automaticamente andrebbero a farsi fottere. Possibilità per la terza soluzione? Torno al 25%.
E quindi? E quindi siamo nella merda. Il presunto ‘primo partito’ d’Italia continua purtroppo a vagare nella nebbia dell’incertezza, sbandierando misteriosi ‘unioni’ il cui senso NESSUNO ha compreso, pur di non far imbestialire la Santa Madre Chiesa, che non conterà più un cazzo (l’Udc viene dato al 6%, meno di Sel e Idv) ma che viene ancora misteriosamente tenuta in considerazione da un partito che si definisce DEMOCRATICO, per poi SBROCCARE dinanzi a delle DEMOCRATICHE e PACIFICHE proteste. Chi si batte per noi (o finge di farlo), non ha speranze di andare al Governo, se non tramite ammucchiata. Nascosti dietro al paravento della CRISI, tutti osano l’inosabile, sottolineando come non ci sia TEMPO per i gay, perché c’è altro a cui pensare (leggasi CRISI). Verissimo, se non fosse che i diritti dovrebbero essere al primo posto di QUALSIASI agenda politica, tanto da trovare attuazione immediata se ci fosse un’unanimità di pensiero. Che difatti, manca.
Così come manca l’ombra di un PARTITO GAY, probabilmente inutile, PROVOCATORIO e folle, ma a mio avviso ‘necessario’, in un Paese che si ostina a trattarci come cittadini di Serie B. Un partito che porti avanti battaglie precise a nome di una ‘minoranza’ vessata e schifata da buona parte della politica tricolore. Un partito che possa RACCATTARE il voto glbtq, sfidando a suon di percentuali il finto bipolarismo attuale. Un partito che spalanchi il portone a TUTTO e TUTTI, combattendo battaglie bipartisan e nazionali, senza però mai dimenticare la propria bandiera arcobaleno. Un partito LAICO fino al midollo e realmente ‘diverso’, che annienti (o unisca) l’inutile listone di associazioni glbtq in perenne lotta tra loro, facendo reale politica ANCHE ‘a tinte gay’, 365 giorni l’anno, festivi compresi, e direttamente dalle stanze che CONTANO e DECIDONO. Un partito RAINBOW, finalmente votabile, senza se e senza ma, sicuramente provocatorio ma NECESSARIO in un Paese in cui ancora oggi esistono discriminazioni, politiche, giuridiche e sociali. Un partito persino a ‘tempo determinato’, ovvero da tenere in vita solo fino a quando la sua ‘missione’ sarà finalmente esaurita, per poi tranquillamente lasciare il testimone ad una NUOVA società, fino ad oggi frenata da una politica miope, troglodita, vecchia, catto-dipendente, volgare, violenta, istigatrice e sfacciatamente ‘bugiarda’, che noi gay italiani, che regolarmente paghiamo le tasse e contribuiamo alla crescita economica del Paese, sinceramente parlando, non ci meritiamo affatto.

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy