L’Italia di Cesare Prandelli è in finale.
L’Italia intera si è ritrovata UNITA, come avviene ogni qual volta la nazionale si scopre vincente, per la gioia dei tanti che si divertono ad attaccare il mondo del calcio per poi scoprirsi tifosi, e salire sul carro quando si è ad un passo dal trionfale finale. Nulla di nuovo sotto il sole, per un Paese che vive di contraddizioni e incoerenza da mattina a sera. Tutti a lamentarsi del pallone, dei giocatori viziati e milionari, del campionato che andrebbe CHIUSO (Monti Docet), per poi imbandierarsi, strombazzare fino a notte fonda, piangere di gioia, saltare e ritrovarsi in piazza quando gli azzurri vincono e convincono. Perché il pallone ha la forza e la capacità di UNIRE, senza se e senza ma, anche chi tendenzialmente lo ‘evita’, per non dire snobba, 365 giorni l’anno.
Ci voleva la partita perfetta per battere i favoritissimi tedeschi, e partita perfetta è stata, con un primo tempo da brividi e due goal gioiello timbrati Super Mario Balotelli. Proprio lui, il tanto criticato Super Mario. Con la Spagna sarà tosta, visto che stiamo sempre e comunque parlando dei Campioni in carica, del Mondo e d’Europa, ma ce la giocheremo fino alla morte.
Nell’attesa, prime pagine di un CERTO TIPO per la stampa tricolore, che nella parte DESTRA dell’edicola si è letteralmente scatenata nei confronti di Angela Merkel.
Dimostrando sempre più che sì, il tifo becero da stadio si è ormai fatto anche giornalismo.
W noi.
E forza azzurri.