Il genio del calcio è tornato.
Zemanlandia è risorta a Pescara, mettendo a segno un autentico capolavoro calcistico, con la promozione in Serie A di una squadra fino a pochi anni fa in Serie C, fatta di giovanissimi e ad inizio campionato in lotta per la SALVEZZA.
Ma c’è un MA. Perché Zdenek Zeman non è un ‘semplice’ allenatore di calcio.
Bensì un DOGMA, una RELIGIONE, un MAESTRO assoluto, che si ama o si odia.
Chiunque abbia visto giocare le sue squadre, amando il calcio, non può che venerarlo.
Il sottoscritto ha vissuto in Distinti Sud le due stagioni di Zeman sulla panchina della Roma. Ero un pischello, e quelli furono i miei primi due anni da ABBONATO (arrivai al settimo). Un sogno, fatto di gioie e dolori. Perché Zeman è questo.
Davanti avevamo una Rometta, fatta di Pivotto e Trotta, di giocatori scadenti capaci comunque di incantare, acciuffando un quarto ed un quinto posto. Una Rometta che guardava con invidia alla Lazio quasi scudettata di Cragnotti per poi passare a Fabio Capello, e a quel terzo Scudetto che ancora oggi fa sgorgare una lacrimuccia.
Bandito dal calcio che conta per aver osato attaccare la JUVENTUS 10 anni prima dello scandalo Calciopoli, e ‘allontanato’ dalla Roma anche per questo motivo, Zdenek è tornato a far furore in Serie B, incantando il Torneo cadetto e regalando calciatori persino alla Nazionale di Cesare Prandelli.
Da romanista, e da zemaniano sfegatato, MORIREI nel rivedere il boemo fumante sulla panchina giallorossa. Perché non ci sarebbe allenatore migliore per far partire un ipotetico progetto, fatto di giovani, calcio giocato e goal segnati a grappolo. Perché se NON devo vincere, perché non ho i soldi per poter competere con gli squadroni del nord, che almeno mi facciano DIVERTIRE, come successo negli ultimi mesi ai tifosi del Pescara, felici e VINCENTI. Ma questo non accadrà mai, purtroppo.
Al momento ancora ‘a spasso’, perché non è affatto detto che rimanga al Pescara, Zeman ha pianto di gioia in quel di Genova, ieri pomeriggio, mentre la SUA squadra e i granata del TORINO festeggiavano una doppia meritata promozione, da vivere dopo il saltino, tra video dal campo e dagli spogliatoi.