Che diavolo di fine ha fatto Tim Burton?
Due anni dopo il deludente Alice e a pochi giorni dall’uscita in sala del clamorosamente sbagliato Dark Shadows, la domanda è a dir poco lecita.
L’ultimo titolo burtoniano ha infatti lasciato parecchio a desiderare.
Divertente quel che basta, con alcuni spunti interessanti, ma totalmente VUOTO.
Una splendida confezione che una volta aperta lascia far esplodere l’eco al suo interno, per quanto flebile, per non dire insignificante.
Tratto da una celebre serie tv americana degli anni 70, Dark Shadows segnava l’ottava collaborazione tra Burton e Johnny Depp, suo attore feticcio qui chiamato ad interpretare un dandy vampiro ritrovatosi improvvisamente negli anni 70. Esplicitamente interessato a richiamare i fasti commedianti di un tempo (vedi l’inarrivabile Beetlejeuce), Burton annoia, realizzando un film privo di anima e spina dorsale, ovvero lontano anni luce da quelle celebri fiabe gotiche che l’hanno reso leggendario.
Aspettando Frankenweenie, lungometraggio in stop motion che riporterà in vita un suo magnifico corto anni 80, il padre di Edward Mani di Forbice continua così pericolosamente la propria discesa negli inferi della fantasia perduta, facendosi però accompagnare per mano dai miei amati Killers, che hanno coverizzato Go All the Way dei Raspberries per la colonna sonora di Dark Shadows. Ovvero una delle poche cose da salvare di un film che AVREBBE potuto essere, ma non è stato.