Beppe Grillo si è mangiato il PDL

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In Grecia hanno i neonazisti. In Francia gli estremisti di Le Pen.
In Italia abbiamo i grillini (e Federico Moccia, neo sindaco di Rosello con l’89,47% delle preferenze).
La crisi economica ha generato dei mostri politici di stampo europeo.
Chiunque abbia URLATO, sfasciando lo sfasciabile e dicendo NO al salvataggio del sistema euro, ne sta traendo beneficio.
Non ci fosse stato Belsito, anche la Lega Nord avrebbe probabilmente mangiato al ricco tavolo del populismo urlato.
Ma Belsito c’è stato, tanto da catapultare i voti degli scontenti sul Movimento a 5 Stelle di Beppe Grillo, che urla, si incazza, sfotte, insulta, delira (la mafia non uccide), sbraita e polemizza, ma senza proporre un’emerita ceppa (che sia per lo meno fattibile e sensata).
I suoi ‘grillini’ sono l’autentica sorpresa di queste amministrative, le prime dell’era Monti e del dopo Berlusconi, che ci hanno regalato un quadro a più facce.
Perché se da una parte Grillo rappresenta il rischio non calcolato di chi ha votato con la ‘pancia’ (fa tutto schifo, son tutti ladri, cambiamo facce, meno tasse, meno politici, ecc,ecc.), dall’altra balza agli occhi la SCOMPARSA del PDL.
Il partito di Silvio Berlusconi semplicemente NON esiste più.
Exit Poll alla mano, rimarrebbe fuori dai ballottaggi di Parma, Palermo e Genova. Doppiato a Verona dal PD, sconfitto a sua volta da Tosi, autentico ‘Orso Bianco’ leghista, il PDL si è ‘eclissato’. Solo sei mesi fa era al Governo, ed oggi è evaporato.
Per la gioia del PD, che viene massacrato a Palermo da IDV e Sel (foto di Vasto SUBITO), del Terzo Polo casiniano, del centrosinistra tutto e soprattutto di Beppe Grillo, che pregusta altri mesi di urla, insulti e minchiate varie. Sognando le politiche e l’ingresso dei suoi in Parlamento. E a quel punto, è ufficiale, saranno cazzi.

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