La Regione Lombardia SALVA l’omofobia esplicita di Romano La Russa

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E’ uno strano paese l’Italia.
Mentre al Governo i tecnici guidati da Monti ci stritolano tra tasse e discutibili riforme del lavoro, c’è una Regione che gode da mesi di una tutt’altro che invidiabile ‘doppia’ faccia.
Perché se la Lombardia insieme al Veneto è una delle due carrozze trainanti del Paese Italia, in Regione, al Pirellone, c’è una banda di politici che senza vergogna continuano a collezionare indicibili figure di merda.
Tra indagati e dimissionari, il Pirellone si è trasformato in una sorta di GF politico, con nominati, eliminati e new entry quasi settimanali.
Ebbene proprio oggi, 17 aprile 2012, abbiamo forse toccato l’apice del ventennio formigoniano al Governo di questa Regione.
Perché la GIUNTA di stampo ciellino ha avuto il CORAGGIO di respingere una mozione di CENSURA, proposta dall’opposizione, all’Assessore Romano La Russa, fratello del tristemente noto Ignazio.
Il motivo? Scontato. Come ricorderete settimane fa La Russa svalvolò in diretta radiofonica a La Zanzara, sottolineando come noi gay fossimo MALATI, ma con possibilità di CURA.
Parole FOLLI, ed evidentemente tutt’altro che condivisibili, o almeno così sembrerebbe. Il Consiglio regionale lombardo ha infatti RESPINTO, con 38 voti a favore, la mozione di censura, avallando indirettamente quanto detto dall’Assessore.
Ovviamente soddisfatto dell’esito l’accusato, che ha così risposto all’opposizione: “Questa è l’ennesima dimostrazione di come si può interpretare un discorso, estrapolando solo qualche parola e costruendo una verità secondo il proprio comodo. Sono state infatti riprese mie frasi stralciando quanto ho detto all’inizio della trasmissione”. “Non ho mai inteso considerare l’omosessualità come un morbo, certamente però ribadisco il parere che la coppia dovrebbe formarsi fra due persone in grado di procreare”. “Io dissento dalle forme di relativismo culturale che tanti danni hanno procurato alla nostra società”.” L’Aula può censurare le mie parole, ma non il mio pensiero”.
E la MAGGIORANZA, che ha ‘salvato’ La Russa da un semplice RICHIAMO, come si sarà difesa? A parlare per tutti il capogruppo PDL Paolo Valentini:
“La Russa non ha detto che l’omosessualità è una malattia, ma che la discussione è aperta”.
E qui casca l’asino.
La discussione è aperta.
Secondo il PDL, in poche parole, l’Organizzazione Mondiale della Sanità non c’ha capito un cazzo, quando nel 1991 ha sentenziato che l’omosessualità NON è una malattia.
Perché in realtà SE NE PUO’ ancora parlare, a detta della maggioranza in Regione Lombardia.
Cose da pazzi.
O forse dovremmo dire cose da politica italiana.
Quella della PEGGIOR specie.

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