SPOILER GLEE – e alla fine arrivò il puntatone – SPOILER GLEE

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Una puntata necessaria, perché scioccante e toccante sotto molti punti di vista.
Dopo l’inutile parentesi legata a San Valentino, la terza stagione di Glee ci ha regalato un episodio coraggioso, perché riuscito a toccare quelle corde che nell’ultimo anno in America hanno calamitato l’opinione pubblica. Ovvero la piaga dei suicidi gay. Giovani ragazzi che si tolgono la vita perché distrutti dall’omofobia, dal bullismo scolastico, dagli sfottò, dagli insulti, dal dover apparire sempre e comunque ‘conformi’ a quello che la società impone, o che vorrebbe imporre.
Riportando in auge l’ex bulletto represso David “Dave” Karofsky, gli autori di Glee hanno scoperchiato il vaso di Pandora, mostrando una triste ma attuale realtà ad un’audience televisiva ancora di tutto rispetto, soprattutto se allargata al resto del mondo. Perché chiunque di noi ha le sue fragilità, ma ognuno di noi risponde in maniera differente a quei determinati scossoni che vanno a toccare proprio quelle fragilità.
Senza voler giudicare scelte apparentemente incomprensibili, ma mostrando semplicemente ciò che purtroppo sta sempre più diventando una triste e ripetuta abitudine, l’ultima puntata di Glee ha preso una posizione chiara, facendo centro.
Perché una battuta di troppo, un apparentemente semplice sfottò, un banale rifiuto o una porta sbattuta in faccia possono far male, a chi è più fragile di noi, dando vita a conseguenze nella maggior parte dei casi inimmaginabili. In pochi minuti, sulle note di Cough Syrup (ad inizio post la scena), gli autori di Glee ci mostrano proprio questo. Il male dell’omofobia, il male nascosto, e nella maggior parte dei casi taciuto, fino a quando non arriva a sfociare nel gesto estremo, e spesso e volentieri irreparabile. On My Way il titolo della puntata, talmente ‘vera’, nel suo essere drammaticamente attuale, da meritare una diffusione capillare, tra scuole e prime time televisivo, in modo da zittire una volta per tutte quei tanti mostri italioti che trincerandosi dietro il democratico ‘diritto di parola’ non fanno altro che stroncare vite. Perché questo è il punto. L’omofobia, anche se solo ‘verbale’, uccide.

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