Sanremo 2012: voti e commenti sulla prima serata

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Per fortuna c’è stata anche la musica.
La prima serata del Festival di Sanremo 2012 verrà ricordata per vari motivi.
Per la baraonda della giuria, con il voto andato a puttane; per il rincoglionimento di Gianni Morandi, ormai appurato; per la prima serata Rai, ormai sdoganata a livello di parolacce, con ‘cazzo’ e ‘vaffanculo’ a go-go; per la splendida scenografia di Castelli; per il talento innato di Rocco Papaleo, genio attoriale di comicità e recitazione; per il ritorno di Belen e della Canalis, sempre più ‘presentatrice da osteria’, perché  come applaude lei neanche Lady Chioccia a Uomini e Donne; per la sfida della modella diciannovenne, in ospedale ‘paralizzata’ a letto mentre quelle altre due sgallettate la prendono per il culo in prima serata; e soprattutto per lui, il predicatore molleggiato che per un’ora e passa ci ha costretto a mandar giù un’imbarazzante pagina di televisione. Adriano Celentano.
Premessa: al sottoscritto Celentano PIACE. Ma quando canta. Nel momento stesso in cui alterna silenzi chilometrici a pipponi esistenziali inizia a farmi girare i coglioni. Ieri sera, impresa quasi impossibile, è riuscito a farmeli roteare per quasi 90 minuti. Scavando nel populismo terra terra, Celentano ha sparato cannonate contro tutti. Ma a salve. Contro la Chiesa, contro i quotidiani e settimanali ecclesiastici, colpevoli di dar poco spazio alla PAROLA DI DIO, contro la politica, e contro il ‘povero’ Aldo Grasso, che si è beccato del deficiente in eurovisione. Atroce la ‘recita’ scolastica con Pupo, Morandi & Papaleo, atroce l’insieme autorale, perché assolutamente incomprensibile ai più, atroce la lunghezza infinita del monologo, per quello che è stato un programma nel programma, tanto da far giustamente incazzare molti cantanti, con Renga dichiaratamente imbufalito.


Detto che ho sempre trovato assurde le polemiche sui cachet, perché se un’artista come Celentano mi costa 100 e mi fa incassare 150 è un affare, anche se strapagato, rifletterei sul compenso sborsato ieri sera da Mamma Rai. 350,000 euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 350,000 per la serata conclusiva. Totale: 700,000 euro, devoluti in beneficenza dallo stesso Celentano ma comunque mostruosamente ‘tanti’, tanto da poter arricchire la lista di ospiti internazionali con almeno due nomi di grido. Con 700,000 euro all’Ariston ce portavi Madonna che faceva cavalluccia con Lady Gaga.
Ma Celentano è Celentano, diranno i suoi sostenitori.
Vero, e infatti ce ne siamo accorti ieri sera, più nel male che nel bene.
A salvare la serata, come scritto, la musica.
Perché il livello medio delle 14 canzoni presentate dai ‘big’ in gara è ‘interessante’. Soprattutto perché figlio di un primo e breve ascolto.
Vogliamo quindi dare una PAGELLA a tutti i cantanti e a tutte le canzoni ascoltate ieri sera?
Splendido. Facciamolo, confrontandoci con EDUCAZIONE e rispetto del parere altrui.
Dove? Dopo il saltino…



-Arisa: trasformata, tirata a lucido, trattenuta, piacevole. Ma tutt’altro che eccezionale a livello prettamente musicale, ed è un peccato, perché la canzone è sanremese al 1000%. Voce tenuta e convincente, prova più che sufficiente, ma si poteva fare di più, soprattutto in ambito orchestrale (e metticeli du violini). Nell’insieme rimane comunque una canzone da podio. Voto: 7

-Samuele Bersani: ha frantumato il voto della giuria. E ce credo. Canzone inascoltabile. Voto: 4

-Pierdavide Carone: è cresciuto e maturato. Può fare il botto grazie al voto da casa della serata conclusiva. Canzone ascoltabile, duetto con Lucio Dalla inutile, dentatura shock, capelli atroci, meno peggio del previsto. Voto: 6+

-Chiara Civello: musica straordinaria, ma canzone fuori dalle sue corde. Partenza inascoltabile, cresce con il passare dei minuti, look MAS, purtroppo impalpabile. Voto: 5

-Dolcenera: radiofonica, orecchiabile, finalmente ‘ritmata’, cantata come suo solito con grinta e bravura. Sorprendente. Voto: 6,5

-Emma Marrone: favorita alla vigilia, si conferma tale anche in gara. Canzone populina che ti trapana il cervello. Paracula, cantata da Dio, splendida presenza scenica, look promosso, ha la vittoria in tasca grazie al voto da casa. Voto: 7

-Eugenio Finardi: il Roberto Vecchioni del 2012? Ma anche no. Dopo i 90 minuti ‘spirituali’ del Molleggiato pure il Finardi non ce voleva. Un calcio sulle palle. Voto: 5

-Irene Fornaciari: “figlia di” per antonomasia, la Fornaciari versione ‘rocker’ divide. Perché la canzone è splendida, ma lei c’entra come i cavoli a merenda, tanto nel testo quanto sul palco. Voto: 6+

-Gigi d’Alessio e Loredana Bertè: e fu così che scese l’imbarazzo. Lui parcheggiatore abusivo sul palco dell’Ariston, lei più Drag che donna. Canzone ‘atroce’, duetto inspiegabile e totalmente gratuito, impatto visivo devastante. Voto: 2

-Marlene Kuntz: i Marlene Kuntz a Sanremo? Ebbene sì, perché un po’ tutti in tempo de crisi dovemo da magnà. Testo ‘poetico’, ma live svociato. Canzone che potrebbe crescere con più ascolti, soprattutto nella versione ‘radio’, quindi abbondantemente registrata. Per ora, una mezza delusione. Voto: 5,5

-Matia Bazar: ma basta. Neanche il video sul tubo se trova. Voto 3

-Nina Zilli: un Sanremo particolare per Nina Zilli. Prima l’inutile e gratuita polemica della vigilia contro Madonna, poi l’arrivo sul palco con cofana alla Amy Winehouse e look vintage apparentemente inappropriato. Fino a quando non parte la musica. Perché MINA Zilli ammalia. Per Sempre rasenta la ‘perfezione’ sanremese, perché elegante, battente, cantata da Dio e accompagnata da quella giusta dose di mimica che buca lo schermo. E’ suo il capolavoro dell’edizione 2012. Suo dovrebbe essere il trionfo finale, ma probabilmente non sarà così. Voto: 8,5

-Noemi: tinta Milva, look improponibile e via, tutti sul palco dell’Ariston, convincendo. Perché Noemi è riuscita a confermarsi, due anni dopo la splendida e sottovalutata Per Tutta La Vita. A scriverle il pezzo (e si sente) Fabrizio Moro, per una performance sentita, potente, tanto da meritare il podio. Voto: 7,5

-Francesco Renga: la sorpresa che non ti aspetti. Che sia tornato il Renga dei tempi migliori? Nell’attesa, canzone splendida. Voto: 7+

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