Una moderna Cleopatra (ormai ‘sosia’ di Franca Sozzani) in stile Kylie Minogue, una regina del pop che è finalmente tornata tra noi comuni mortali, regalandoci uno show sontuoso (Cirque du Soleil docet), decisamente DA Super Bowl, ma tutt’altro che perfetto.
Anzi, quasi tutto incredibilmente in playback, per la gioia di Elton John.
Davanti a 170 milioni di americani Madonna ha fatto quello che doveva fare. Ovvero uno show di livello eccelso, sotto tutti i punti di vista, volutamente kitsch e visivamente stupefacente (luci, ballerini, scenografie, clap, clap, clap). Ma a stridere, su quel palco, paradossalmente sembrava essere proprio lei. Legnosa, tesa, tesissima, come forse mai l’avevamo vista, con rischio caduta in diretta mondiale, coreografie abbozzate, e quel ‘canto’ praticamente fatto fuori in maniera spudorata.
Per 13 minuti la voce della Regina non si è proprio sentita, se non perché accuratamente registrata. Tralasciando  la pessima Give Me All Your Luvin’, che a mio avviso verrà presto sfanculata, interessante il duetto con Cee Lo Green, con una super Like a Prayer incaricata di chiudere un evento di proporzioni planetarie. A 53 anni suonati Madonna ha così fatto il suo esordio al Super Bowl, pagando lo scotto del ‘peso’ mediatico (anche Michael Jackson 19 anni fa cantò in playback), ma rimanendo comunque in sella alla sua immensa celebrità, figlia di 30 anni di carriera memorabile e semplicemente irripetibile. Perché la Regina è tornata e ha deciso di riprendersi il trono lasciato vacante 4 anni fa. A MDNA, e al suo contenuto, il compito di riconsegnarglielo senza troppi indugi.