Ricky Martin (gnocco) su Vanity Fair dice NO al SUO matrimonio gay: ma DATEMI la possibilità di scegliere

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Per anni represso, Ricky Martin si è tramutato in poco tempo in un vero paladino dei diritti gay. Perché dopo il coming out, e l’arrivo dei due figli ‘surrogati’, Ricky ha cambiato pelle. A parlarne, ancora una volta, lo stesso Martin, sul prossimo numero di Vanity Fair.
«La sessualità è una cosa complicata. Conosco molti gay e lesbiche che sono passati attraverso le mie stesse esperienze e che hanno avuto gli stessi dubbi. Un po’ alla volta cresci, leggi, parli con la gente, finché un giorno ti guardi nello specchio e ti fai una domanda: “Chi sei, che cosa vuoi davvero? Che cos’è per te la felicità?”. Io mi sono risposto: “Orgoglio, autostima, dignità, accettazione: è questo che voglio”. Io sono fortunato di averlo scoperto entro i trent’anni»
Ma l’intervista fiume di Ricky non finisce qui, con alcuni passaggi molto interessanti, soprattutto in ambito ‘matrimoniale’.
I bambini la seguono in tour?
«Sì. Ho imparato che, quando hai figli, ogni decisione è per il loro benessere. “A che ora partiamo per la prossima tappa? A che ora facciamo il sound check?”. Le risposte possibili sono solo due: “Prima del riposino” e “Dopo il riposino”. Mia madre viene con noi: è un grande aiuto. E questo è solo l’inizio».
Che cosa intende?
«Che voglio altri figli».
Sa anche quanti?
«Mi verrebbe da dire cinque, ma devo essere responsabile e aspettare di capire che cosa sia meglio per tutti. Magari tre è il numero perfetto, e forse la prossima volta si tratterà di un’adozione». “A casa nostra ci sono due padri, ma questo non vuol dire che non siamo una famiglia. Proprio questo voglio insegnare ai miei figli: che ognuno è diverso, e che bisogna accettare se stessi e gli altri nella rispettiva unicità».
Il matrimonio per i gay è solo una questione di pari diritti o è anche una possibilità che ha preso concretamente in considerazione?
«Non ora, non per me, ma dammi la possibilità di farlo. Si tratta di diritti umani, di parità, nient’altro».
E qui casca l’asino. Possiamo anche NON volerlo, all’interno del proprio personale rapporto di coppia, ma DATECI la possibilità di farlo, di poter scegliere.
Una volta per tutte. Grande Martin.

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