Un piano, ancora un sax, come in The Edge of Glory, e una composizione che ricorda il singolo promozionale uscito solo pochi giorni fa. Almeno per 60 secondi, poi la svolta, decisa, attesa, che riporta Hair su suoni e ritmi leggermente diversi. E’ una Gaga ancora una volta commerciale, ballabile e fottutamente orecchiabile quella che spara l’ultima cartuccia prima dell’uscita di Born This Way. Una Germanotta probabilmente ripetitiva, perché le assonanze sonore con The Edge of Glory sono evidenti, palesi, se non fosse per quel tocco centrale di dance spinta che da’ una bella e decisa sterzata al pezzo, ancora nettamente superiore alla media pop di questi tempi, ma a mio avviso INFERIORE ai pezzi ascoltati fino ad oggi della ‘nuova Gaga’. Da cui mi aspetto altro. Più coraggio, più elettronica, qualcosa di diverso, di meno scontato, di anche più difficile ‘comprensione. Questa Hair non diventerà MAI singolo, è evidente, non ne ha la forza, ma Born This Way si preannuncia come un album praticamente perfetto. Un cd di inediti? No, un ‘quasi’ greatest hits. Che solo una Gaga, oggi come oggi, si può permettere.