Festival Internazionale del Film di Roma 2010
Last Night
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 5 novembre
Postata DA ME anche QUI, su Cineblog
Storicamente il film d’apertura del Festival Internazionale del Film di Roma è uno dei peggiori in cartellone. Negli ultimi anni spesso sì è dato il via alla manifestazione con pellicole presto dimenticate, e qualitativamente non eccelsi, e anche il 2010, purtroppo, conferma la regola. L’esordio alla regia di Massy Tadjedin annoia maledettamente, anche dinanzi ad un cast interessante e ad un inizio sorprendente. Annunciato come possibile ’screwball comedies in stile anni 30′, Last Night finisce per essere l’ennesimo titolo che banalmente porta sullo schermo fedeltà e tradimenti, gelosie e tentazioni, facendo vivere una notte da ’separati’, e maledettamente sessualmente provocati, ad una coppia apparentemente felice e follemente innamorata.
Arricchendo il film di lunghi, estenuanti e solo a tratti ben scritti dialoghi, la sceneggiatrice e regista irano-americana finisce per confezionare un insieme terribilmente soporifero, incapace di reggere i 90 minuti di durata anche dinanzi ad una splendida e notevole Keira Knightley e al quesito dei quesiti, ovvero: è più grave tradire con la mente o con il corpo?
Michael e Joanna semrano avere tutto. Innamorati persi, insieme dai tempi del college, sposati da 4 anni, vivolo la loro bella e apparentemente perfetta vita in una splendida casa newyorkese, fino a quando una sera, ad una festa, Joanna non conosce la nuova collega di lavoro di Michael, Laura. Tra i due c’è una evidente attrazione, che fa immediatamente crollare il muro di certezze di Joanna, accecata dalla gelosia. Dopo una notte di litigi, Michael riesce a convincerla che non c’è mai stato nulla con l’affascinante e provocante Laura, partendo il giorno dopo per un viaggio di lavoro, proprio in compagnia della sexy collega. Rimasta sola, Joanna incontrerà per puro caso un vecchio amore, mai dimenticato e tornato a New York per una sola notte, con tutta l’intenzione di riconquistarla. Una notte da separati per entrambi, con il diavolo tentatore pronto a spargere il proprio veleno, aspettando il sorgere del sole, e l’arrivo del giorno dopo…
Un attimo capace di cambiare un’intera esistenza. L’attimo che ti porta a fermarti ad un passo dal baratro, dal tradimento che mai verrà perdonato o anche solo cancellato. Un attimo atteso per 80 minuti in Last Night, dopo un’infinità di provocazioni più o meno esplicite da parte dei due tentatori, sbarcati a New York per evidenziare ciò che non va in una coppia convinta di rasentare la perfezione.
Massy Tadjedin inizialmente stupisce, regalandoci 15 minuti d’applausi. I primi 15 minuti. In poche scene veniamo accompagnati per mano nel mondo incantato di Michael e Joanna, fino a quando non entra prepotentemente in scena lei, la bellissima Laura. Attraverso un continuo gioco di sguardi e ammiccamenti, la tensione sale, il seme della gelosia scava sempre più a fondo, sfociando nell’inesorabile sfogo matrimoniale. Ma è questo è solo il preludio alla tempesta, se non fosse che da questo punto in poi la Tadjedin si perda.
Il voler raccontare il matrimonio moderno, fatto di fiducia, indulgenza, bugie, tradimenti e silenzi, crolla battuta dopo battuta, a causa di uno script che per 90 minuti costruisce ciò che appare ineluttabile, ma ahinoi incredibilmente tirato per le lunghe. Se la Knightley è bravissima, ad Eva Mendes tocca lo scomodo ruolo della donna tentatrice, la sfascia famiglie chiamata ad insinuare Sam Wortinghton ed il suo senso di colpa dinanzi ad un eventuale tradimento. Ma anche Keira nasconde qualcosa, o meglio qualcuno, ovvero un ex ricomparso dal nulla parigino, ed ora tornato alla carica, in un’unica notte a due facce, da vivere fino alle prime luci dell’alba, con la consapevolezza che dopo nulla sarà più come prima.
A cominciare dalla qualità della pellicola, impreziosita da una breve ma convincente comparsata del troppo spesso dimenticato Griffin Dunne, e scena dopo scena malamente diminuita, fino all’arrivo di un finale volutamente ambiguo, incapace di risollevare le sorti di una lunga notte, racchiusa in 90 interminabili minuti.