Noi crediamo – e lo diciamo anche con la convinzione del nostro disincanto – che ci sia un solo modo concreto e credibile, per Berlusconi, di dimostrarsi all’altezza della ambizione e responsabilità pubblica. Difenda il suo onore, la sua storia, la verità dei suoi giuramenti. Accetti di dimostrare nel solo luogo appropriato – il processo – l’irreprensibilità delle sue condotte e della sua fortuna. Eserciti in quel luogo – l’aula di un tribunale – i diritti della difesa. Le procedure proteggono quei diritti e a Berlusconi, sostiene, gli argomenti per farlo non mancano. Lo faccia.
Martedì prossimo in Parlamento il presidente del Consiglio rivendichi di essere cittadino tra i cittadini con gli stessi diritti e gli stessi doveri di chiunque. Reclami – egli – l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge e chieda di essere processato a Milano senza alcuno scudo, impedimento, immunità. Metta da parte le sue personali preoccupazioni per lasciare libera la politica – il governo, il Parlamento – di affrontare le inquietudini degli italiani e le difficoltà del Paese.
L’Italia ha dato tanto a Berlusconi, è giunto il tempo che Berlusconi dia qualcosa all’Italia che non sia una legge ad personam. Presidente, vuole dire – e finalmente dimostrare – che la legge in Italia è davvero uguale per tutti?
Straordinario e condivisibile Giuseppe D’Avanzo su LaRepubblica.