Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 17 settembre
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Sono passati 9 anni da quando Cats Dogs riuscì ad incassare ben 200 milioni di dollari in tutto il mondo, trasformandosi così in un inatteso successo. Passato quasi un decennio, in casa Warner si sono ricordati di quell’antico boom, partorendo così un capitolo 2, Cani & Gatti: la vendetta di Kitty, palese omaggio a 007 e al suo mondo. Un omaggio evidente sin dal titolo, ovvero da quella Kitty Galore che ricorda la Pussy Galore di Goldfinger, fino ad arrivare ai titoli di testa, perfettamente bondiani, al cameo di Roger Moore, chiamato a prestare la voce ad un impeccabile ed elegantissimo gatto/spia, e alla Get The Party Started cantata da Shirley Bassey, che ‘apre’ letteralmente la pellicola.
Nella millenaria battaglia tra cani e gatti, un felino impazzisce e finisce per dare vita al sodalizio impensabile: cani e gatti insieme, l’uno al fianco all’altro, per salvare il mondo e l’umanità intera. Kitty Galore, ex agente segreto della MEOWS, potente e articolata organizzazione di spie feline, è fuggito dalla base dopo un trauma ‘emotivo’, partorendo un piano diabolico non soltanto per mettere in ginocchio i suoi nemici cani, ma anche per umiliare i suoi compagni gatti e fare del mondo il suo affilaunghie personale. Cani e Gatti, fino al giorno prima eterni nemici e rivali, sono così costretti ad allearsi per fermare la temibile minaccia ideata dalla sua mente diabolica e malata…
10 anni fa Come Cani e Gatti funzionò. La trovata dei cani e dei gatti che si combattevano con ogni mezzo possibile, senza ovviamente farsi scoprire dai propri padroni e con i secondi visti come più ‘cattivi’ rispetto ai primi, con annesse ovvie polemiche, piacque al pubblico. 100 milioni di dollari incassati solo negli Usa, ben 4 milioni di euro in Italia. Passati 10 anni, il tentativo della Warner di trasformare quel successo in un vero e proprio franchise, con tanto di finale platealmente aperto ad un 3° episodio, è invece malamente naufragato, trasformandosi in un cocente flop al box office americano. Le trovate per ridare linfa vitale al progetto c’erano tutte, ma ne’ Peyton ne’ gli sceneggiatori sono riusciti ad amalgamarle a dovere.
Il mix tra azione, citazioni per i più grandi e divertimento assicurato per i più piccoli, infatti, c’è, ma non funziona. Omaggi più o meno velati a Superman, a Il Silenzio degli Innocenti, con un Siamese/Hannibal Lecter originale ma sfruttato malissimo, a Mission Impossible, al Joker di Batman, al bianco e nero di Sin City e a vari 007, tutti spediti nel tritafilm ampiamente utilizzato dal regista, persosi però malamente per strada, dando vita ad un film alla lunga stancante e ripetitivo, anche se dalla durata di 85 minuti, anticipato da un breve e simpatico corto di Wile Coyote e Beep Beep, in perfetto Pixar Style, ma senza ovviamente neanche lontanamente avvicinarcisi, e pronto a sbandierare un 3D praticamente inesistente, perché non nativo, finendo così per ridicolizzarlo ancora una volta.
Aggiungendo animali ad animali, con annesso piccione strampalato e canterino promosso al ruolo di ‘co-protagonista’, Peyton non riesce ad andare oltre a delle simpatiche gag, spesso anche esilaranti ma purtroppo per loro male assistite, costrette a marciare all’interno di una sceneggiatura povera e a tratti ridicola, soprattutto nel tratteggiare i ‘volti’ degli umani, Chris O’Donnell su tutti, eccedendo con l’azione ma senza stupire più di tanto, soprattutto dal punto di vista degli effetti speciali. Se i segretissimi Centri di Unità per Cani e Gatti conquistano, tra buone trovate ben realizzate, è l’insieme della pellicola che non convince, anche se palesemente autoironica e pronta a prendersi decisamente poco sul serio (anche troppo, a tratti sfocia nella parodia) , a causa anche di una regia innegabilmente poco frizzante, pure dinanzi a cotanto luna park animale, armato di ogni diavoleria possibile e parlante.
Rari i sorrisi, troppi gli sbadigli, non pochi i momenti di imbarazzo trash, per un action pensato per i più piccoli e ‘aggiustato’ per piacere anche ai più grandi, finendo così per scontentare sia gli uni che gli altri. Peccato. Come avrebbero detto le maestre di un tempo… “le potenzialità ci sono, ma non si applicano…“.
Voto: 4