Miss Adele e l’Enigma del Faraone
Recensione in Anteprima
Uscita 15 ottobre
Conclusa l’esperienza con i Minimei, Luc Besson torna in cabina di regia per una nuova trilogia, ispirata questa volta non a dei suoi romanzi bensì a dei classici fumettari di Jacques Tardi, autentica icona del mondo dei comics d’Oltralpe. Riadattando due dei nove albi realizzati da Tardi, con protagonista la stessa impavida e straordinaria giornalista, Miss Adele, il regista francese, diventato “mito” nel 1990 con Nikita, ha così realizzato un delizioso Indiana Jones europeo e ‘femminile’, piacevole, accattivante, fantasioso nella sua ricostruzione ’storica’, ricco d’azione e di humour, acuto e grottesco, costato ‘appena’ 25 milioni di euro e riuscito ad incassarne poco più di 13 solo in patria.
Miscelando sapientemente suspense e mistero, il film si presenta splendidamente ai più piccoli ma senza dimenticare anche i più grandicelli, grazie ad una Parigi di inizio 900 ben ‘ricostruita’, e ad un’interprete, assolutamente sconosciuta ai più, assolutamente sorprendente. Lanciata 16 anni fa Natalie Portman in Leon, Besson potrebbe infatti replicare il miracolo con la bella e talentuosa Louise Bourgoin, splendida Miss Adèle del titolo…
Parigi, 1912. Adèle Blanc-Sec è un’intrepida e celebre giornalista pronta a qualsiasi compromesso pur di raggiungere i propri scopi. Per uno di questi, tanto nobile e personale quanto necessario, Blanc-Sec parte per l’Egitto in cerca di ‘mummie’ da riportare in vita. Nel frattempo, nella sua Parigi, un enorme ed incontrollato pterodattilo di 136 milioni di anni semina il panico in città, dopo essersi misteriosamente ed inspiegabilmente risvegliato, facendo dischiudere l’uomo, custodito nel Museo di storia naturale, che da milioni di anni lo ospitava. Tornata in patria, Miss Adele deve così risolvere l’enigma del Faraone, facendo risvegliare mummie morte millenni prima, senza dimenticare il temuto pterodattilo, chiave di volta per la loro ‘resurrezione’…
Diavolo di un Besson. Dopo essere diventato il mito dell’action europeo degli ultimi 15 anni, da 5 anni a questa parte il regista francese ha abbracciato il mondo dell’adolescenza, abbassando così di colpo il proprio target di riferimento. Portata in sala la trilogia dei Minimei, Besson si appresta a replicare il tutto con i celebri fumetti di Jacques Tardi, icone transalpine pronte finalmente a farsi conoscere anche fuori dai confini nazionali. Riadattando Adèle et la Bete e Momies en Folie, il regista di Giovanna d’Arco da’ così il via all’avventura cinematografica di Adèle Blanc-Sec, pronta ovviamente a tornare in sala grazie agli altri 7 albi realizzati da Tardi, ovviamente già tutti opzionati per la loro fedele trasposizione cinematografica.
Affidandosi ad una sceneggiatura impeccabile nella sua costruzione, bilanciando azione ed ironia e costruendo in maniera certosina il susseguirsi delle varie scene, facendo leva tra l’altro su una voce fuori campo mai fastidiosa ed anzi necessaria nel saper collegare i vari fili che intrecciano la trama, costruita su personaggi tanto macchiettistici quanto mai fastidiosi, Besson torna finalmente a convincere, confermandosi ancora una volta come un regista visionario, capace e decisamente adattabile. Autentico Indiana Jones in gonnella, Miss Adele, affascinante giornalista dalle palle di ferro, presta il proprio volto su celluloide alla giovane e sconosciuta Louise Bourgoin, vera e propria rivelazione del film. Solare, sexy, bella e talentuosa, Louise stupisce dal primo minuto in cui compare in scena, diventando immediatamente una “nuova icona femminile”, per forza, passione e capacità con cui riesce a risolvere ogni situazione in cui precipita, in un mondo, tra l’altro (siamo all’inizio del 900), ancora maledettamente maschilista.
Affidandosi a piene mani all’utilizzo di un make-up estremo, con decine di protesi facciali in perfetto ‘Dick Tracy Style’, Besson omaggia i personaggi di Tardi, rimanendo fedele alla loro curiosa e volutamente eccessiva fisionomia. A pagarne maggiormente le conseguenze un irriconoscibile Mathieu Amalric e un bravissimo Gilles Lellouche, tra pterodattili che impazzano a Parigi, un finale forse un pelo eccessivo, grazie a una celebre ‘nave’ protagonista (che non so, non avendo letto i fumetti, se tornerà prepotentemente nel possibile sequel), e decine di mummie chiamate a ritornare in vita per un nobilissimo scopo, capace di dare ancor più forza al personaggio di Miss Adele, qui da noi poco conosciuto ma decisamente meritevole di maggiore attenzione.
Con un budget ridotto ed un complicato possibile franchise da far partire, Besson è così riuscito a realizzare un film tanto semplice quanto complesso, senza eccessive pretese e particolari sofismi, surreale e fantasioso (per non dire poco credibile) in alcune trovate, che vedono ad esempio un egizio proclamarsi fisico nucleare e Tutankamon parlare un perfetto francese, spaziando tra vari generi, ammaliando con il fantasy, conquistando con l’azione, divertendo con le ricche dosi di humour, tipicamente d’Oltralpe, e commuovendo con la parte più introspettiva della sua assoluta protagonista, ovvero quell’Adèle Blanc-Sec di cui sentiremo sicuramente riparlare…
Voto: 7