Un’inchiesta con telecamera nascosta, seguita da verifiche minuziose e da controlli accurati. Per venti giorni un giornalista di Panorama, affiancato da un «complice» gay, si è infiltrato nelle serate brave di alcuni preti che, a Roma, conducono una sorprendente doppia vita: di giorno sono sacerdoti in abito talare; di notte, smessa la tonaca, sono uomini perfettamente integrati negli ambienti omosessuali della capitale.
Quella che ne è uscita è un’inchiesta sul campo che ha permesso di scoprire una realtà inedita e per certi versi sconvolgente: sacerdoti che partecipano a feste notturne con escort uomini; che hanno rapporti omosessuali con partner casuali; che frequentano chat e ritrovi gay. Panorama ha individuato numerosi casi e ne ha raccontati tre in particolare: quello di Paul, quello di Carlo e quello di Luca (i nomi sono inventati per proteggere l’identità dei sacerdoti).
Il primo, un francese sui 35 anni, ha incontrato il cronista di Panorama venerdì 2 luglio, in una festa gay in un locale del quartiere di Testaccio. Nella serata, cui partecipavano – retribuiti – due escort uomini che hanno ballato seminudi con il prete e con altri ospiti (praticando poi sesso gay con alcuni di loro), era presente anche Carlo, il secondo prete, che ha un’età tra i 45 e i 50 anni. La notte termina a casa di Paul, dove il complice gay del cronista di Panorama prima chiede al prete di indossare l’abito talare e poi ha un rapporto sessuale con lui, ripreso dalla telecamera nascosta.
La sera successiva Paul e Carlo hanno dato appuntamento al cronista di Panorama e al suo complice al Gay village di Roma, mostrando di trovarsi a loro agio in quell’ambiente. In questa occasione, Carlo più volte si è assentato sostenendo di averlo dovuto fare per evitare di incontrare quelli che aveva riconosciuto come altri preti o catechisti. La serata si è chiusa con lo stesso finale della precedente. Il giorno dopo, domenica 4 luglio, Paul ha celebrato la messa su un tavolino della propria abitazione, alla presenza del cronista di Panorama e del suo complice.
Panorama ha verificato che Paul è effettivamente un prete. Con Carlo, invece, l’incontro si è svolto in un ristorante del centro di Roma, abitualmente frequentato da gay. Carlo ha indicato una coppia di uomini a un altro tavolo, sostenendo che uno dei due fosse un prete e che fossero «fidanzati». A suo dire, il locale è abitualmente frequentato da tanti prelati gay. Carlo ha sostenuto anche che almeno il 98 per cento dei preti che conosce è omosessuale, ma ha aggiunto che nella Chiesa di oggi c’è una parte «intransigente» che si sforza di non guardare la realtà, e un’altra parte più «evangelica», che invece riconosce e accetta il fenomeno dei preti omosessuali. Al termine del pranzo, Carlo ha portato il complice di Panorama nel suo appartamento, che è collegato a una grande struttura ecclesiastica, e ha avuto con lui un rapporto sessuale, anche questo ripreso dalla telecamera nascosta. Il cronista di Panorama ha anche filmato Carlo mentre celebrava la messa in una chiesa non lontana dal suo appartamento.
Quella che ne è uscita è un’inchiesta sul campo che ha permesso di scoprire una realtà inedita e per certi versi sconvolgente: sacerdoti che partecipano a feste notturne con escort uomini; che hanno rapporti omosessuali con partner casuali; che frequentano chat e ritrovi gay. Panorama ha individuato numerosi casi e ne ha raccontati tre in particolare: quello di Paul, quello di Carlo e quello di Luca (i nomi sono inventati per proteggere l’identità dei sacerdoti).
Il primo, un francese sui 35 anni, ha incontrato il cronista di Panorama venerdì 2 luglio, in una festa gay in un locale del quartiere di Testaccio. Nella serata, cui partecipavano – retribuiti – due escort uomini che hanno ballato seminudi con il prete e con altri ospiti (praticando poi sesso gay con alcuni di loro), era presente anche Carlo, il secondo prete, che ha un’età tra i 45 e i 50 anni. La notte termina a casa di Paul, dove il complice gay del cronista di Panorama prima chiede al prete di indossare l’abito talare e poi ha un rapporto sessuale con lui, ripreso dalla telecamera nascosta.
La sera successiva Paul e Carlo hanno dato appuntamento al cronista di Panorama e al suo complice al Gay village di Roma, mostrando di trovarsi a loro agio in quell’ambiente. In questa occasione, Carlo più volte si è assentato sostenendo di averlo dovuto fare per evitare di incontrare quelli che aveva riconosciuto come altri preti o catechisti. La serata si è chiusa con lo stesso finale della precedente. Il giorno dopo, domenica 4 luglio, Paul ha celebrato la messa su un tavolino della propria abitazione, alla presenza del cronista di Panorama e del suo complice.
Panorama ha verificato che Paul è effettivamente un prete. Con Carlo, invece, l’incontro si è svolto in un ristorante del centro di Roma, abitualmente frequentato da gay. Carlo ha indicato una coppia di uomini a un altro tavolo, sostenendo che uno dei due fosse un prete e che fossero «fidanzati». A suo dire, il locale è abitualmente frequentato da tanti prelati gay. Carlo ha sostenuto anche che almeno il 98 per cento dei preti che conosce è omosessuale, ma ha aggiunto che nella Chiesa di oggi c’è una parte «intransigente» che si sforza di non guardare la realtà, e un’altra parte più «evangelica», che invece riconosce e accetta il fenomeno dei preti omosessuali. Al termine del pranzo, Carlo ha portato il complice di Panorama nel suo appartamento, che è collegato a una grande struttura ecclesiastica, e ha avuto con lui un rapporto sessuale, anche questo ripreso dalla telecamera nascosta. Il cronista di Panorama ha anche filmato Carlo mentre celebrava la messa in una chiesa non lontana dal suo appartamento.
Sulla versione online di “Panorama” e sull’iPad saranno disponibili, da domani 23 luglio, tutti i filmati a corredo dell’inchiesta. Ed io non vedo l’ora di vedere il tutto.