In TANTISSIMI al Napoli Pride

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Aspettando i servizi dei telegiornali nazionali (davvero buono quello del Tg3, velo pietoso sul Tg1 che non ne ha proprio parlato), e possibilmente anche i pezzi dei quotidiani on line, che al momento gli stanno concedendo ridicoli spazietti esigui a fondo pagina (qui il resocondo de La Repubblica), il Pride napoletano avrebbe visto scendere in strada 25,000/30,000 persone per la QUESTURA, che salgono a circa 300,000 per Paolo Patanè, Presidente Arcigay.
Colorato, festoso, con tante famiglie (300 quelle ‘arcobaleno’ in arrivo da tutta Italia), bambini, cattolici omosessuali, eterosessuali ed anziani presenti, da quanto mi hanno raccontato il Pride 2010 si sta tramutando in un indiscutibile successo, con una città molto più GAY FRIENDLY di quanto si pensasse. Una città che ha tra l’altro visto il proprio Sindaco, ovvero la Iervolino (queste le sue parole: è una gioia per tutti e soprattutto per i manifestanti, che portano nel corteo valori semplici ma essenziali: rispetto dei diritti), metterci la faccia, sostenerlo, mediaticamente ed economicamente, e viverlo in prima persona, insieme al primo cittadino di Genova, che ospitò il Pride Nazionale 12 mesi fa. Per Roma, e per i suoi Sindaci (che siano di destra o di sinistra, neanche Veltroni e Rutelli hanno mai partecipato a un Pride, purtroppo), pura fantascienza. Attaccata e contestata prima che il corteo partisse Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico, accusata di aver dialogato lo scorso anno con i fascisti di Casa Pound. Tornata la calma, Piazza del Plebiscito ha accolto i manifestanti.
E che il Pride continui…

P.S. in serata sono arrivate anche le parole del Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, rimasta vergognosamente silenziosa fino ad ora: Sono contenta per come si è svolta la manifestazione di Napoli all’insegna del rispetto e della pacificazione. Mi dispiace per qualche fischio all’onorevole Paola Concia, alla quale va tutta la mia solidarietà, ma credo si sia trattato di un piccolissimo episodio isolato che certamente non fermerà il suo lavoro”. “Io, per convincimento personale e per il ruolo che svolgo, non posso che stare dalla parte di chi chiede di cancellare le discriminazioni, annullarle, e si batte contro tutti i pregiudizi, compresi quelli legati all’orientamento sessuale o alla differenza di genere. Davanti a manifestazioni come queste il compito delle istituzioni è quello di aprire le orecchie e ascoltare”.

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