Una grande puntata finale.
Lacrime a fiumi per il puntatone di chiusura della prima trionfale stagione di Glee, neanche troppo banale nella sua struttura ed emotivamente distruttivo.
Esibizioni notevoli, script intelligente ed originale, con lo splendido montaggio Queen/Quinn su tutti ed una Sue Sylvester che non ti aspetti, perchè finalmente nuovamente ‘di cuore’.
E’ bastato un anno a Glee per creare dipendenza e creare un fenomeno televisivo che va oltre il piccolo schermo (11 milioni di telespettatori negli Usa per l’ultima puntata, Lost non era arrivato ai 10). Le compilation dei ragazzi vendono milioni di dischi mentre la tournée che li vede in giro per gli States registra il tutto esaurito.
Questo grazie ad una storia di fondo estremamente semplice e per certi versi adolescenziale ma capace di conquistare anche i più grandicelli, miscelando ironia e commozione, senza dimenticare quei temi sociali troppo spesso dimenticati dalle patinate serie tv degli ultimi anni.
Grazie Ryan Murphy per averci dato Glee.
Lacrime a fiumi per il puntatone di chiusura della prima trionfale stagione di Glee, neanche troppo banale nella sua struttura ed emotivamente distruttivo.
Esibizioni notevoli, script intelligente ed originale, con lo splendido montaggio Queen/Quinn su tutti ed una Sue Sylvester che non ti aspetti, perchè finalmente nuovamente ‘di cuore’.
E’ bastato un anno a Glee per creare dipendenza e creare un fenomeno televisivo che va oltre il piccolo schermo (11 milioni di telespettatori negli Usa per l’ultima puntata, Lost non era arrivato ai 10). Le compilation dei ragazzi vendono milioni di dischi mentre la tournée che li vede in giro per gli States registra il tutto esaurito.
Questo grazie ad una storia di fondo estremamente semplice e per certi versi adolescenziale ma capace di conquistare anche i più grandicelli, miscelando ironia e commozione, senza dimenticare quei temi sociali troppo spesso dimenticati dalle patinate serie tv degli ultimi anni.
Grazie Ryan Murphy per averci dato Glee.
