Patrocinato dalla Provincia eppure negato, a 24 ore dal via ufficiale.
Il Magnifico Rettore Luigi Frati ha detto NO a Queer In Action!, rassegna a tematica glbtq che DOMANI sarebbe dovuta partire nel cuore dell’ateneo, andando avanti per tutto il mese di giugno.
Categorico Frati, finito nelle polemiche bipartisan dopo il suo secco rifiuto: “Se vado a casa di qualcuno chiedo il permesso”. “Io non ho mai autorizzato questa manifestazione, non ho cambiato idea. Oltretutto è un’associazione non universitaria e mi pongono un problema: aprire l’ateneo anche agli estranei. Per farlo il senato accademico si deve esprimere. Visto che è una rassegna cinematografica, chiedano la Casa del Cinema”. “Non sono un ente commerciale, nè sono Piazza Navona o Piazza del Popolo. Nessuna intolleranza o discriminazione nei confronti dei gay. Domani incontrerò il senato accademico che si pronuncerà in via generale su quali sono i presupposti e le condizioni per concede autorizzazioni agli esterni”.
Di diverso avviso gli organizzatori, che sostengono che da parte del Magnifico Rettore l’autorizzazione sia stata ritirata perché “prendendo a pretesto una scaramuccia fra ubriachi avvenuta poche sere fa durante una delle feste degli studenti, ha sospeso la rassegna per motivi di ‘sicurezza’ e per il timore di aggressioni omofobe all’interno dell’università ”.
BASITA Rossana Praitano, Presidente del Mario Mieli, che sottolinea come “ci lascia allibiti la motivazione della cancellazione della rassegna, e cioè del timore di possibili attacchi omofobi da parte di gruppi dell’estrema destra capitolina. E’ assurdo che siamo noi a dover ricordare al magnifico Rettore che compito dell’università è affrontare i problemi e non rimuoverli”.
Patrocinato dalla PROVINCIA DI ROMA, ufficializzato da SETTIMANE ma senza permesso da parte dell’Ateneo?
Assurdo, troppo assurdo per essere vero.
Domani il sottoscritto aveva in programma di andare a vedersi A Dirty Shame di Waters, ma grazie a Luigi Frati non sarà più possibile. C’è pericolo che dei fascisti mi picchino. La sua soluzione? Non uscire di casa. Non fa una cazzo di piega.
Il Magnifico Rettore Luigi Frati ha detto NO a Queer In Action!, rassegna a tematica glbtq che DOMANI sarebbe dovuta partire nel cuore dell’ateneo, andando avanti per tutto il mese di giugno.
Categorico Frati, finito nelle polemiche bipartisan dopo il suo secco rifiuto: “Se vado a casa di qualcuno chiedo il permesso”. “Io non ho mai autorizzato questa manifestazione, non ho cambiato idea. Oltretutto è un’associazione non universitaria e mi pongono un problema: aprire l’ateneo anche agli estranei. Per farlo il senato accademico si deve esprimere. Visto che è una rassegna cinematografica, chiedano la Casa del Cinema”. “Non sono un ente commerciale, nè sono Piazza Navona o Piazza del Popolo. Nessuna intolleranza o discriminazione nei confronti dei gay. Domani incontrerò il senato accademico che si pronuncerà in via generale su quali sono i presupposti e le condizioni per concede autorizzazioni agli esterni”.
Di diverso avviso gli organizzatori, che sostengono che da parte del Magnifico Rettore l’autorizzazione sia stata ritirata perché “prendendo a pretesto una scaramuccia fra ubriachi avvenuta poche sere fa durante una delle feste degli studenti, ha sospeso la rassegna per motivi di ‘sicurezza’ e per il timore di aggressioni omofobe all’interno dell’università ”.
BASITA Rossana Praitano, Presidente del Mario Mieli, che sottolinea come “ci lascia allibiti la motivazione della cancellazione della rassegna, e cioè del timore di possibili attacchi omofobi da parte di gruppi dell’estrema destra capitolina. E’ assurdo che siamo noi a dover ricordare al magnifico Rettore che compito dell’università è affrontare i problemi e non rimuoverli”.
Patrocinato dalla PROVINCIA DI ROMA, ufficializzato da SETTIMANE ma senza permesso da parte dell’Ateneo?
Assurdo, troppo assurdo per essere vero.
Domani il sottoscritto aveva in programma di andare a vedersi A Dirty Shame di Waters, ma grazie a Luigi Frati non sarà più possibile. C’è pericolo che dei fascisti mi picchino. La sua soluzione? Non uscire di casa. Non fa una cazzo di piega.