La vita è una cosa Meravigliosa: Recensione in Anteprima

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La vita è una cosa Meravigliosa: Recensione in AnteprimaLa vita è una cosa Meravigliosa
Recensione in Anteprima
Uscita 2 aprile
Postata da ME anche qui

Conclusa malamente l’esperienza cinecocomero, Enrico e Carlo Vanzina tentano di riprendere la strada della tipica commedia all’italiana, capace di portare in sala la società di oggi, tra pregi e soprattutto difetti, con La vita è una cosa Meravigliosa. Ci ritroviamo così in un paese dilaniato dalle intercettazioni, pronte a smascherare inciuci, quintali di corruzione, corna di ogni tipo ed eserciti di escort, intrecciando più storie apparentemente slegate tra loro ma in realtà pronte ad incontrarsi con il passare dei minuti.

Spaziando tra Roma, Berlino e l’Africa, girando in sette settimane e conseguentemente con un buon budget alle spalle, i fratelli Vanzina continuano però la loro discesa verso l’inferno cinematografico, realizzando uno dei film più brutti e noiosi della loro decennale carriera. Preso spunto dallo splendido La Vita degli Altri di Florian Henckel von Donnersmarck, e cercando di ricreare ‘i movimenti di tempo e le frammentazioni di Babel e 21 Grammi di Inarritu‘ (parole di Carlo Vanzina), i due fratelli confermano ancora una volta di vivere in un universo critico tutto loro, che andrebbe completamente resettato.

Banche sanguisughe, medici corrotti, cliniche private truffaldine, ministri e politici inciucioni, figli di papà, raccomandati, favori subdoli, quintali di mazzette ed ovviamente loro, le tanto chiacchierate intercettazioni. Sicuri probabilmente che basta parlare dell’attualità per poter colpire al cuore dello spettatore (e forse di qualche critico), Carlo ed Enrico Vanzina tornano in sala con questa nuova fatica, decisamente più faticosa per chi deve subirla in sala rispetto a chi probabilmente l’ha realizzata.

Soporifera, lenta, con tempi comici inesistenti, gag imbarazzanti, una trama infarcita di luoghi comuni, populista e con un atroce happy ending finale, La vita è una cosa Meravigliosa raschia sempre più il fondo di una carriera, quella dei figli dell’indimenticato Steno, ormai arrivata all’ultimo chilometro. Sempre più televisivi dal punto di vista registico, Carlo ed Enrico non indovinano un film dal 2003, ovvero dal sottovalutato Il Pranzo della Domenica. In questi 7 anni sono arrivati addirittura 10 titoli al cinema e ben 4 in tv, per quella che puà essere tranquillamente definita come un atroce macchina da guerra produttiva.

Flop dopo flop, i Vanzina continuano a lavorare e a sfornare film come nulla fosse, probabilmente grazie anche ad una critica giornalistica, soprattutto da parte della carta stampata, troppo spesso pronta a chiudere un occhio, tra vecchie amicizie e pacche sulle spalle, senza sottolineare così la deriva qualitativa in cui i due fratelli sono ormai caduti. Padri di classici del cinema italiano degli anni 80 (diamo ai Vanzina quello che è dei Vanzina), i due non tornano a galla nemmeno con questo ultimo lavoro, adatto al massimo ad una prima tv in prima serata come film a due puntate (vista l’insostenibile lunghezza). Spiace constatare come attori del calibro di Gigi Proietti in questi ultimi anni si siano letteralmente venduti a questo tipo di prodotto filmico, criticabile non per il “Genere” ma solo ed esclusivamente per la sua realizzazione. Al suo fianco un piacevole Vincenzo Salemme, sprecato dinanzi a cotanto titolo, ed una serie di clichè fastidiosi ed insostenibili, anche nell’Italia berlusconiana degli spot politici/televisivi. Lasciano perplessi poi le dichiarazioni di Enrico Vanzina, che considera questo come ‘uno dei miei film più riusciti, perchè è una commedia semplice ma al tempo stesso complessa‘, e di Carlo, il fratello, che vola addirittura più alto, citando Inarritu e Dino Risi, senza rendersi minimamente conto di aver dato vita semplicemente ad un brutto film, l’ennesimo di questo loro nuovo millennio

Di ‘distesi sorrisi, necessari per combattere il momento di crisi globale attraverso un film ottimista‘, annunciati dai Vanzina, non se ne vedono, vista la pochezza comica che attanaglia la pellicola, trascinata da telefonini che squillano ossessivamente, partite a scopa reinventate, con 5 carte invece delle canoniche ed universali 3 e un montaggio a dir poco discutibile, pronta a chiudere ‘in bellezza’ con un trionfo finale della felicità, perchè “la vita è una cosa meravigliosa“. E se a dirlo sono Carlo ed Enrico Vanzina, già in sala di montaggio per il loro prossimo film, Ti presento un Amico, con Raoul Bova protagonista, possiamo credergli. D’altronde neanche Woody Allen tiene il passo produttivo dei due criticati fratelli, sempre più snobbati anche dal pubblico ma perennemente sul set. Più meravigliosa di così…

Voto: 1,5

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