Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 26 marzo
Postata da ME anche qui
Più vecchi, più grassi, più rifatti. Dal museo delle cere di Hollywood ecco arrivare una coppia che mai fino ad ora era apparsa sul grande schermo, John Travolta e Robin Williams, autentici Daddy Sitter. Trasformati in vecchi scapoli d’oro, capoccioni del marketing, che se la spassono in splendidi appartamenti nella Grande Mela, tra feste, partite a basket, a golf e donne, i due si ritrovano di punto in bianco a dover badare i figli gemelli avuti da uno di loro sette anni prima, piovuti dal cielo a causa del carcere in cui è finita la mammina ecologista e battagliera.
Trasformati nella tanto sfruttata ’strana coppia’, costretta a badare a due ragazzini, Travolta e Williams riescono comunque a regalare alcuni flebili momenti di comicità, tra gag demenziali ed altre meno riuscite. Gli anni ed i kg di troppo si vedono comunque per entrambi gli attori, ormai lontani parenti dei fenomenali commedianti che erano una volta. Il John Travolta di Senti chi Parla ed il Robin Williams di Mrs. Doubtifire, infatti, non li vedremo mai più. Facciamocene una ragione…
Massacrato. Negli Usa Old Dogs, questo il titolo originale del film, è stato semplicemente massacrato dalla critica. Peccato che dopo averlo visto si resti un po’ perplessi dinanzi ai commenti aspri provenienti dagli States, visto che Daddy Sitter non è sicuramente un capolavoro di comicità ma neanche quello scempio che si pensava potesse essere.
John Travolta e Robin Williams vestono i panni di due grandi amici per la pelle. Da oltre 30 anni Dan e Charlie, questi i loro nomi, condividono tutto. Insieme hanno costruito un’impresa di marketing sportivo, ad un passo dall’affare di una vita. Un affare da oltre 40 milioni di dollari, da portare a conclusione con una potente società giapponese. Proprio nelle due settimane più importanti delle loro esistenze lavorative, ecco che dal passato arrivano però loro, Zach ed Emily, gemelli concepiti 7 anni prima in una folle notte tra Dan e Vicki, donna conosciuta e sposata in una notte, a 18 ore da un drammatico divorzio, per poi divorziare da lei dopo altrettante ore. Scapoli convinti, i due amici per la pelle si ritrovano così a dover fare i ‘padri’ per 15 giorni, compiendo un disastro dopo l’altro…
Tipicamente Disney nelle fondamenta, con la scoperta del padre dei figli che non sapeva di avere, inizialmente visti con timore e fastidio ma dopo con occhi densi di amore e rammarico per non esserci stato in tutti gli anni passati, Daddy Sitter, tra i suoi tanti difetti strutturali, riesce comunque a strappare più di qualche risata. Grazie ad autentici momenti di demenzialità allo stato puro (la canzoncina dei ‘nonni’ in un ristorante su tutti), il film vola via nei suoi brevissimi 85 minuti, dando spazio a camei inattesi come quello di Matt Dillon e Justin Long, senza dimenticare il compianto Bernie Mac, morto subito dopo le riprese, ed il divertente Seth Green, dall’urlo femminile e strapparisate.
Mattatori assoluti, ovviamente, loro due, Travolta e Williams. Guascone sciupafemmine scambato per nonnino il primo, con tanto di inguardabile parrucchino/trapianto, solita vecchia maschera plastica il secondo, capace di dire misteriosamente addio ad una infiammata abbronzatura nel giro di un ciak. Tra i due attori, mai visti insieme sul set fino ad oggi, una buona alchimia, anche se l’impressione è che entrambi non abbiano più la fisicità di un tempo. Un po’ come lo Steve Martin di E’ Complicato, per intenderci, apparso frenato e leggermente spento. Entrambi fanno la loro parte, ma senza esaltare più di tanto, grazie anche ad una regia che non fa altro se non il suo semplice compitino.
A salvare il tutto alcuni sketch davvero riusciti, tra pillole scambiate e controindicazioni esilaranti, senza dimenticare una mandria di adorabili pinguini ed un affettuoso gorilla. Curiose le presenze di Kelly Preston, moglie di Travolta, e della piccola Ella Bleu Travolta, figlia di appena 9 anni dell’attore, autentiche co-protagoniste del film, girato praticamente in famiglia e che, a conti fatti, si fa vedere senza essere poi così scandaloso come ci avevano fatto credere i critici americani. In questi 80 giorni del 2010, infatti, abbiamo già visto di molto peggio…
Voto: 5