Un decreto interpretativo che dà il via libera alla candidatura di Formigoni in Lombardia e alla lista del Pdl nel Lazio. Deciso in 35 minuti, di prepotenza, di forza, per sanare le proprie debolezze, i propri errori, la propria negligenza, ovviamente mai ammessa.
In 15 anni di Governo e di opposizione MAI Silvio Berlusconi era arrivato a tanto. L’ha fatto oggi, appoggiandosi ad un cavillo tecnico, visto che il testo partorito corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente. Non c’è stata modifica della legge elettorale, nessuna modifica delle procedure in corso, nessuna riapertura dei termini. Ma quattro punti semplici, che ovviamente riportano in gioco Lazio e Lombardia: In sostanza si prevede che nel valutare i termini di presentazione delle liste ci si basi anche sul fatto che con qualsiasi mezzo si possa dimostrare di essere stati presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Il secondo punto prevede che la documentazione possa essere verificata anche in un secondo momento, per la parte che attiene ai timbri e alle vidimazioni. Il terzo punto prevede che possano ricorrere al Tar le liste non ammesse, mentre per le liste ammesse sulle quali è stato fatto ricorso ci si può rivolgere al Tar solo dopo il voto. Il quarto punto precisa che queste norme si applicano alle prossime elezioni. I primi due punti dovrebbero permettere di aggirare le irregolarità per la lista Pdl nel Lazio e per quella Formigoni in Lombardia.
Napolitano ha quindi firmato.
Ancora una volta.
Fossi nei partiti di opposizione, a questo punto, ritirerei TUTTI i candidati da TUTTE le Regioni, in modo che si crei un fronte popolare in difesa della Costituzione. Bersani ritirali tutti, la Bonino, Vendola, la Bresso, TUTTI, dal primo all’ultimo.
Anche il voto, ovvero il momento più alto per ogni DEMOCRAZIA che si rispetti, è stato falsato, taroccato, pilotato.
In una settimana hanno messo la CENSURA ai giornalisti televisivi, chiudendo tutti i programmi politici, e cambiato le regole elettorali a 3 settimane dal voto.
C’è da avere paura.
In 15 anni di Governo e di opposizione MAI Silvio Berlusconi era arrivato a tanto. L’ha fatto oggi, appoggiandosi ad un cavillo tecnico, visto che il testo partorito corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente. Non c’è stata modifica della legge elettorale, nessuna modifica delle procedure in corso, nessuna riapertura dei termini. Ma quattro punti semplici, che ovviamente riportano in gioco Lazio e Lombardia: In sostanza si prevede che nel valutare i termini di presentazione delle liste ci si basi anche sul fatto che con qualsiasi mezzo si possa dimostrare di essere stati presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Il secondo punto prevede che la documentazione possa essere verificata anche in un secondo momento, per la parte che attiene ai timbri e alle vidimazioni. Il terzo punto prevede che possano ricorrere al Tar le liste non ammesse, mentre per le liste ammesse sulle quali è stato fatto ricorso ci si può rivolgere al Tar solo dopo il voto. Il quarto punto precisa che queste norme si applicano alle prossime elezioni. I primi due punti dovrebbero permettere di aggirare le irregolarità per la lista Pdl nel Lazio e per quella Formigoni in Lombardia.
Napolitano ha quindi firmato.
Ancora una volta.
Fossi nei partiti di opposizione, a questo punto, ritirerei TUTTI i candidati da TUTTE le Regioni, in modo che si crei un fronte popolare in difesa della Costituzione. Bersani ritirali tutti, la Bonino, Vendola, la Bresso, TUTTI, dal primo all’ultimo.
Anche il voto, ovvero il momento più alto per ogni DEMOCRAZIA che si rispetti, è stato falsato, taroccato, pilotato.
In una settimana hanno messo la CENSURA ai giornalisti televisivi, chiudendo tutti i programmi politici, e cambiato le regole elettorali a 3 settimane dal voto.
C’è da avere paura.
P.S. ore 11 del mattino, tutti davanti Montecitorio per il FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA.