Qualche testa cadrà. Aaaaaaaah se cadrà.
Il Pdl nel Lazio ha combinato un guaio di dimensioni apocalittiche, mancando la consegna delle liste. Attorno ad Alfredo Milioni, ovvero colui che fisicamente doveva occuparsi dell’iter burocratico, sta scoppiando una vera e propria bufera politica.
C’è chi parla di golpe interno al Pdl, chi di boicottaggio, chi di semplice incapacità.
Berlusconi è furibondo, Alemanno e la Polverini (ridicoli…) si sono appellati addirittura al Capo dello Stato, che nulla potrà fare.
Il Pdl presenterà oggi il ricorso in Corte d’Appello, e , qualora venisse respinto, si andrebbe prima al Tar e poi al Consiglio di Stato.
Le possibilità che il ricorso passi sono pochissime, se non quasi inesistenti.
La legge è uguale per tutti e ci sono dei precedenti, di cui tener ovviamente conto. Il termine ultimo per le consegne scadeva sabato alle ore 12. Milioni si è presentato allo sportello con quasi un’ora di ritardo, dopo essersi allontanato. Per fare cosa? C’è chi dice per modificare le liste, per ordine dello stesso Berlusconi, e chi per mangiarsi semplicemente un panino.
Un panino ha affossato il Pdl nel Lazio alle regionali? A quanto pare sì.
Senza la lista Pdl a Roma e provincia, gli elettori di centrodestra potrebbero votare la Polverini presidente e una delle liste collegate: Udc, La Destra, Adc, Lista Polverini. Nelle altre province, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, ci sarebbe invece anche il Pdl. Senza eletti del Pdl a Roma, il consiglio regionale del Lazio sarebbe quantomeno «anomalo», visto che la Polverini, in caso di vittoria, non avrebbe una maggioranza composta dal partito che l’ha candidata.
Con due punti di distanza dalla Radicale Democratica Bonino, la corsa è terribilmente ancora viva, tanto da far tremare le mura di Palazzo Grazioli, visto che il Lazio era dato praticamente per vinto dal centrodestra.
Ma ora tutto torna in gioco.
L’incapacità politica e gestionale ha prevalso ancora una volta.
Qui c’entra poco la burocrazia che batte la democrazia, cara Polverini. La colpa, perchè di colpa si tratta, è tutta interna al tuo caro partito, dove è da sempre il dilettantismo a dominare la scena.
La legge è uguale per tutti, fatevene una ragione e mettetevelo bene in testa. A livello comunicativo avete dato un’immagine disastrosa di voi, collassando per un panino.
Ed Emma, nel frattempo, ha anche interrotto lo sciopero della fame, concentrando tutte le proprie forze sulla battaglia regionale.
Una RADICALE alla guida del Lazio? Fino a 2 mesi fa un sogno impensabile. Oggi, sempre più realtà.
Speriamo bene…
Il Pdl nel Lazio ha combinato un guaio di dimensioni apocalittiche, mancando la consegna delle liste. Attorno ad Alfredo Milioni, ovvero colui che fisicamente doveva occuparsi dell’iter burocratico, sta scoppiando una vera e propria bufera politica.
C’è chi parla di golpe interno al Pdl, chi di boicottaggio, chi di semplice incapacità.
Berlusconi è furibondo, Alemanno e la Polverini (ridicoli…) si sono appellati addirittura al Capo dello Stato, che nulla potrà fare.
Il Pdl presenterà oggi il ricorso in Corte d’Appello, e , qualora venisse respinto, si andrebbe prima al Tar e poi al Consiglio di Stato.
Le possibilità che il ricorso passi sono pochissime, se non quasi inesistenti.
La legge è uguale per tutti e ci sono dei precedenti, di cui tener ovviamente conto. Il termine ultimo per le consegne scadeva sabato alle ore 12. Milioni si è presentato allo sportello con quasi un’ora di ritardo, dopo essersi allontanato. Per fare cosa? C’è chi dice per modificare le liste, per ordine dello stesso Berlusconi, e chi per mangiarsi semplicemente un panino.
Un panino ha affossato il Pdl nel Lazio alle regionali? A quanto pare sì.
Senza la lista Pdl a Roma e provincia, gli elettori di centrodestra potrebbero votare la Polverini presidente e una delle liste collegate: Udc, La Destra, Adc, Lista Polverini. Nelle altre province, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, ci sarebbe invece anche il Pdl. Senza eletti del Pdl a Roma, il consiglio regionale del Lazio sarebbe quantomeno «anomalo», visto che la Polverini, in caso di vittoria, non avrebbe una maggioranza composta dal partito che l’ha candidata.
Con due punti di distanza dalla Radicale Democratica Bonino, la corsa è terribilmente ancora viva, tanto da far tremare le mura di Palazzo Grazioli, visto che il Lazio era dato praticamente per vinto dal centrodestra.
Ma ora tutto torna in gioco.
L’incapacità politica e gestionale ha prevalso ancora una volta.
Qui c’entra poco la burocrazia che batte la democrazia, cara Polverini. La colpa, perchè di colpa si tratta, è tutta interna al tuo caro partito, dove è da sempre il dilettantismo a dominare la scena.
La legge è uguale per tutti, fatevene una ragione e mettetevelo bene in testa. A livello comunicativo avete dato un’immagine disastrosa di voi, collassando per un panino.
Ed Emma, nel frattempo, ha anche interrotto lo sciopero della fame, concentrando tutte le proprie forze sulla battaglia regionale.
Una RADICALE alla guida del Lazio? Fino a 2 mesi fa un sogno impensabile. Oggi, sempre più realtà.
Speriamo bene…