Che settimana di merda…

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Un febbraio davvero, davvero di merda.
Meteo a parte (Roma ormai è Londra, piove da Natale, non faceva così freddo da 1982 anni, stiamo impazzendo tutti), questo splendido mese mi ha consegnato un fantastico virus intestinale, giusto per iniziare al meglio il 2010.
Colpa (a mio avviso) di due fottuti filetti acquistati nella macelleria sotto casa. Già a vederli non mi piacevano (pessimo il colore, pessimo l’igiene all’interno della macelleria in questione, con il cazzo che mi rivedono). Li ho cotti per bene, per una volta non al sangue (come piace a me…) e li ho ingurgitati. Da allora (sarà un caso?) il mio stomaco è letteralmente in subbuglio.
Tutto ha avuto origine sabato sera. Pizza a casa con amici. Margherita, patatine fritte, supplì, coca cola, e, dorce in fondo, torta sacher con annessa panna, come suggerisce giustamente Nanni Moretti.
Praticamente na cena suicidio! E così è stato. Tempo due ore e son dovuto letteralmente FUGGIRE dall’Alpheus, causa attacchi di vomito e dolori lancinanti allo stomaco. Correre fino a casa e vedermi bianco cadaverico, piegato in due e fulminato alle 2 di notte per Testaccio deve esser stato uno spettacolo. Il resto della nottata l’ho così passato sulla tazza del water, tra vomito e “bile in forma di urina dispensata dall’ano”, tutto questo per non dire “che pisciavo cacca dal culo” (francesismo) nel termine più tecnico e diretto della diarrea.
Svuotato dal sabato notte, la domenica l’ho passata a zombieggiare per casa, senza mangiare e bere nulla, fino all’arrivo del lunedì.
A Roma sono attesi Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese per Shutter Island. Posso perdermeli? Neanche morto. Inzeppato di enterogermina corro a vedermi il film e a godermi la conferenza stampa. Si va per le lunghe, lo stomaco inizia a far squillare le sue trombe. DiCaprio mi ha conquistato, lo amo, vorrei andare a chiedergli un misero e ridicolo autografo, ma il terrore (assolutamente REALE) che possa ruttargli in faccia mi blocca. Finisce. Ressa di fotografi davanti al bel Leonardo, con io che fuggo di corsa in cerca di un water! Ritorno a casa, pranzo con riso bianco, scondito, senza un CAZZO di niente. Lavoro. Cena con riso bianco, scondito, senza un CAZZO di niente. Sembra andare meglio. In tutto ciò l’Imodium mi ha letteralmente serrato le chiappe. Non vado al bagno per tutto il giorno.
E’ martedì. I film oggi sono addirittura due, perchè giustamente quando stai poco bene te capita de TUTTO. C’è Pupi Avati e c’è It’s Complicated, con la divina Meryl Streep. Devo vederli. Finito il film con DeSica protagonista c’è uno splendido coffee break che mi strizza l’occhiolino, ma non posso prendere assolutamente nulla. Lo stimolo del dover andare in bagno è ormai sparito, sono gonfio come una zampogna, sto schioppando. Pranzo con riso in bianco scondito, senza un CAZZO di niente. Comincio ad odiarlo. Altro film, altri crampi allo stomaco. Lavoro. Tra un po’ rotolo. Cena con carne bianca e patate lesse, senza un cazzo di niente come condimento. Ancora niente bagno. Ho bevuto circa 12 thè con fette di limone in tre giorni, ho strizzato limone praticamente su TUTTO, a conti fatti potrei non defecare per altri 10 giorni! Voglio morì.
Oggi, mercoledì, fuori piove (strano), si gela, Alemanno si dice pronto all’allarme neve su Roma (se come no), non ho film, posso finalmente lavorare da casa, al calduccio, e invece no.
Alice di merda con il suo fottutissimo modem si è guastato. Per la 5° volta (credo) in 6 mesi. Entro venerdì arriva il tecnico. Stanco del thè oso l’inosabile. Scendo al bar e prendo cornetto e cappuccino! Eeeeeeeeeeh lo so, non dovevo ma stavo IMPAZZENDO! Da allora è la FINE. Ho una bomba atomica nello stomaco da circa questa mattina. Costretto, vado dai miei, dove c’è Santo Internet, li trovo a tavola, intorno ad un bel piatto di bucatini, con ogni ben di Dio a disposizione. Io ho il mio piatto di riso bianco, scondito, con enterorgermina e imodium a fare da dolce. Ovviamente ho preso acqua e freddo in motorino. Spossato, scazzato, infastidito, mi trovo ora ad un passo dalla mia prima BIOGRAFIA ufficiale.
A chiederlo mio nipote. E’ un compito scolastico. Non posso dirgli di no. Raccontare la propria vita (ovviamente PULITA da tutto ciò che si può evitare di dire, se no questo me lo cacciano da scuola in 5 minuti) ad un bimbo di 10 anni, tra un rutto, un thè al limone, un piatto de riso e una perenne ed insopportabile indigestione, non ha davvero prezzo.
E’ sì, è proprio la mia settimana OK.

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