Viola di Mare
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: Oggi
Tratto da Minchia di Re di Giacomo Pilati, c’era molto attesa al Festival Internazionale del film di Roma nei confronti di Viola di Mare, ritorno in sala, a 10 anni da Viol@, di Donatella Maiorca. Siamo nella Sicilia dell’800, nella Sicilia bigotta e chiusa, dove l’apparenza è tutto. Qui Angela, innamorata di Sara, è costretta dalla famiglia, e grazie alla complicità del parroco del paese, a diventare Angelo, tagliandosi i capelli e fasciandosi il seno, in modo che nessuno possa anche solo dubitare dell’amore tra le due donne, talmente scandaloso da dovere essere nascosto agli occhi di tutti. Una storia ispirata a fatti realmente accaduti diventata nel tempo leggenda, fino all’approdo al cinema, quasi del tutto di stampo ‘femminile’.
Alla regista, infatti, si aggiungono Maria Grazia Cucinotta, produttrice ed attrice, con una piccola parte, Gianna Nannini, che presta la propria voce per la colonna sonora, e le bellissime (e bravissime) Valeria Solarino e Isabella Ragonese, splendide innamorate in un bigotto ed omofobo tempo cronologicamente lontanissimo, ma in realtà ainoi ancora attuale…
Uno dei film più coraggiosi del recente cinema italiano. Sdoganata del tuto dal pluripremiato Brokeback Mountain, l’omosessualità maschile negli ultimi anni si è sempre più fatta strada nel cinema, hollyoodiano e non. Un tabù, quello dell’omosessualità, rimasto invece ancora integro e forte per quanto rigurda quella femminile. Di storie ‘lesbiche’ in sala, negli ultimi 10 anni, se ne sono viste pochissime, se non quasi nessuna.
Con Viola di Mare Donatella Maiorca infange finalmente questo tabù, portando al cinema una potente, stucchevole, struggente, passionale, coinvolgente e commovente storia d’amore tra due donne. Due donne che si amano da sempre, che sono pronte a sfidare le proprie famiglie, il parroco del paese e l’intera comunità, pur di cavalcare i propri sentimenti. Una storia lontana oltre un secolo, ma incredibilmente attuale, visto il delicatissimo e combattuto periodo che il mondo gay sta vivendo nel nostro paese.
In una Sicilia arcaica ed affascinante, la Maiorca (che in questi ultimi 10 anni ha fatto troppa tv, e si vede) poggia l’intera storia sulle spalle di due delle migliori attrici italiane delle ultime generazioni. Bellissima, credibile e bravissima Valeria Solarino, nei panni di Angela, nata donna contro il volere del padre, che voleva un ‘masculo’, e l’avrebbe preferita ‘puttana invece che mezzo maschio’, ed Isabella Ragonese, che si conferma dopo Tutta la vita Davanti, nei panni di Sara, dolce metà di Angela. Potente l’alchimia che lega le due attrici, con Donatella Maiorca che non lesina scene di sesso lesbo e lunghi ed appassionati baci, passando sopra a censure di ogni tipo, portando l’amore, in tutti i suoi aspetti (quindi anche fisico), sul grande schermo.
Al fianco delle due amanti un fenomenale ed arcigno Ennio Fantastichini, padre padrone violento che costringe Angela a ‘fingersi’ uomo, dopo averla per anni picchiata, umiliata e sottomessa, insieme alla madre. Se alcuni dialoghi ed alcune scene lasciano il tempo che trovano, strizzando l’occhio più alla fiction televisiva (se non ad Harmony, qui siamo al Romanzo Cinematografico) che al cinema, è l’intera storia a “reggere”, in quanto coraggiosa nel voler portare in sala un argomento, quello dell’omosessualità femminile, inspiegabilmente ancora oggi scottante.
Un film fatto quasi del tutto solo da donne e per le donne, gay e non, degnamente rappresentate da Angela, coraggiosa nel non piegare mai la testa dinanzi a nessuno, tanto da accettare di fingersi uomo pur di sposare il proprio amore, perchè “se io non sposo Sara, non sposo nessuno“. Matrimoni gay nella Sicilia d’inizio 900?!? Roba da fantascienza per l’Italia di oggi, figuratevi per l’Italia di 100 anni fa. Donatella Maiorca quasi esagera nel non volersi censurare, con effusioni continue tra le due attrici, riuscendo però a realizzare un film, splendidamente ‘musicato’ da Gianna Nannini, che sicuramente diventerà di culto per tutte le lesbiche d’Italia, fino ad oggi non solo trascurate dal punto di vista legislativo, come i ‘fratelli masculi’, ma anche al cinema.
Voto: 6+