40 giorni dopo il fattaccio, Dino ha deciso di mostrarsi, per essere un testimone e per convincere tutti i ragazzi e le ragazze vittime di omofobia a denunciare gli episodi di violenza a loro danno.
Era la notte 22 agosto. Dino non stava facendo nulla di male se non baciare un ragazzo, poco fuori il Gay Village.
A vedere quel dolce e normalissimo bacio colui che è stato poi ribattezzato Svastichella.
Insulti, pugni, schiaffi e un coltello.
Un coltello che ha letteralmente aperto in due Dino, costretto ora tutte le mattine a rivedere quell’orrore, attraverso quest’incredibile cicatrice.
“Sono traumatizzato, la notte non riesco più a dormire. Ho incubi costanti, non riesco a tornare alla vita di prima“, ha detto Dino, coraggioso nel mostrarsi e nel mostrare quella cicatrice, segno tangibile della follia umana.
Era la notte 22 agosto. Dino non stava facendo nulla di male se non baciare un ragazzo, poco fuori il Gay Village.
A vedere quel dolce e normalissimo bacio colui che è stato poi ribattezzato Svastichella.
Insulti, pugni, schiaffi e un coltello.
Un coltello che ha letteralmente aperto in due Dino, costretto ora tutte le mattine a rivedere quell’orrore, attraverso quest’incredibile cicatrice.
“Sono traumatizzato, la notte non riesco più a dormire. Ho incubi costanti, non riesco a tornare alla vita di prima“, ha detto Dino, coraggioso nel mostrarsi e nel mostrare quella cicatrice, segno tangibile della follia umana.