Ore 21, Piazza Navona, TUTTI IN STRADA per il 3° Micro Pride romano!
Dopo il BOOM della settimana scorsa (almeno 3000 persone) torna la fiaccolata rainbow nata FUORI dalle associazioni, We Have a Dream.
Non più una fiaccolata in MOVIMENTO ma una fiaccolata FERMA, a Piazza Navona per l’appunto, dove TUTTI potranno prendere parola!
Chiunque vorrà parlare, cantare o anche solo salutare mamma a casa potrà farlo, attenendosi a 3 semplici regolette…
1) 3 minuti a testa
2) Si parla a titolo personale
3) Ognuno è responsabile di quello che dice
Tutto questo nella serata in cui Gianni Alemanno prenderà parola dal palco del Gay Village, a 24 ore dall’annuncio della pedonalizzazione della Gay Street. Dovendo scegliere se andare ad ascoltare e a fischiare Alemanno (pedonalizzazione o no) o stare in piazza per cercare di far miei dei DIRITTI, ovviamente scelgo la 2° opzione.
Ore 21, Piazza Navona, PORTATE UNA CANDELA!
P.S. ci sarà un sit-in alle ore 21 anche a Brescia, Piazza della Loggia, mentre domani scenderanno in strada a Bergamo, ore 17-21 sit in Piazza Matteotti, e domenica a Pistoia, ore 21,30 Piazza Mazzini… animiamo quest’ONDA RAINBOW!
In tutto ciò non posso non postarvi la lettera scritta da Paola Concia (martedi’ in commissione Giustizia alla Camera, dopo UN ANNO, inizerà l’esame della SUA proposta di legge contro l’omofobia) al Riformista, con la collega Paola Binetti nel mirino…
Caro direttore, mi spaventa questo momento della nostra vita politica e, per tante ragioni, mi inquieta. Mi spaventa perché siamo in un momento di grande confusione, di guerre senza esclusioni di colpi tra potere politico e mondo dell’informazione (guerre con responsabilità diffuse). In un momento in cui dopo tanto tempo sembra incrinarsi il rapporto tra l’attuale maggioranza e le gerarchie ecclesiastiche torna alla ribalta la legge sul testamento biologico che deve essere approvata in seconda lettura alla Camera. Arriva dal Senato un testo controverso, un testo che ha diviso il Paese, un testo liberticida e che va contro la Costituzione. Il testamento biologico affronta problemi che ci riguardano tutti, ma proprio tutti: la malattia, la libertà di cura, i limiti della scienza, i più elementari diritti individuali, il rapporto tra naturalità della morte e artificiosità della vita. Niente di più materiale insomma. Eppure, con la “sciatteria” che contraddistingue questo nostro disgraziato Paese, questo argomento così delicato viene trattato come merce di scambio ora dagli uni ora dagli altri, sbandierato come sigillo della fedeltà del Governo alle gerarchie ecclesiastiche e ovviamente di tutti quelli e quelle che dentro il Parlamento rispondono alle stesse. Merce di scambio tra un Governo e una Chiesa che vuole avere il potere di regolare le scelte private dei cittadini. Perché, ci ricorda Chiara Saraceno, mai come oggi è evidente quanto la Chiesa non sia interessata ai comportamenti privati dei politici (in linea di massima neanche noi) bensì alle loro azioni politiche nei settori che le stanno a cuore. Eccolo il baratto più becero che ci apprestiamo a vedere sotto i nostri occhi tra governanti e Chiesa: e in questo baratto verrà fatta a pezzi la nostra libertà, le nostre scelte fondamentali che devono rimanere solo nostre, queste sì, private come quella di cura, di chi amare, se mettere al mondo un figlio. Ecco il pessimo clima in cui si inserisce la legge sul testamento biologico. Ecco la mia inquietudine: e sale quando leggo che la mia compagna di partito Paola Binetti addirittura afferma che al centro del congresso del Pd «deve esserci libertà di coscienza». Esagerata. Abbiamo scoperto che è davvero una donna di vedute larghe e secolarizzata sui comportamenti umani delle persone, basta che siano eterosessuali e che seppure omosessuali non pratichino. Qualche giorno fa, sempre su questo giornale, ci ha regalato perle di saggezza su Boffo: alla domanda: «Può un omosessuale dirigere Avvenire?» ha risposto paragonandolo al cleptomane che non ruba. Non ce l’ha fatta stavolta a dire che siamo malati: forse Franceschini le ha sconsigliato di fare queste affermazioni. Anche lei è in pieno congresso come gli altri. Ma la sua natura è più forte di qualsiasi diktat congressuale e ieri si è spinta fino al punto di dire che Berlusconi sarebbe capace di fare cose buone se mandasse avanti il testo Calabrò sul testamento biologico. Berlusconi sarà felice che anche la Binetti gli possa perdonare le scappatelle in cambio di una legge ideologica che le permetterà di portare a termine le sue crociate! Contro tutto questo mi batterò, invece, insieme a quell’altro cattolico che si chiama Ignazio Marino. Perché come ci dice Claudia Mancina nel suo ultimo libro “La laicità al tempo della bioetica”, chi fa leggi non può rendere conto in modo esclusivo alla sua coscienza: nella sua coscienza deve trovare posto anche la necessità di evitare di imporre la sua visione del mondo a concittadini che non la condividono. Lotterò con tutti quelli che interpretano il mandato parlamentare in questo modo, perché possiamo diventare la maggioranza che approvi una legge sul testamento biologico rispettosa della costituzione, della vita, della morte e della coscienza altrui”.
Grandissima Paola, autentica mosca bianca in quel CAZZO di Partito Democratico.