Segnali dal Futuro – Knowing
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 4 settembre
Postato da me anche qui
1959. In occasione di una crimonia per l’apertura di una nuova scuola elementare, dei bambini sono chiamati ad immaginare come sarà il futuro e a disegnarlo, per poi far custodire questi disegni da una capsula del tempo, da dissotterrare 50 anni dopo. Una silenziosa bambina non fa nessun disegno, riempendo il proprio foglio di numeri, a suo dire sussurrati da una misteriosa voce. 2009. In quella stessa scuola elementare si celebra il mezzo secolo dal sotterramento della capsula, riportata alla luce con il propro contenuto. L’enigmatico messaggio della ragazzina finisce tra le mani di Caleb, figlio di un professore di astrofisica, rimasto vedovo, che scoprirà il suo clamoroso significato: quei numeri predicono con estrema precisione le date e il numero delle vittime dei più grandi disastri avvenuti sulla terra nell’ultimo mezzo secolo. 3 catastrofi, predette dai numeri, devono ancora verificarsi. L’ultima di queste è la più inquietante, visto che predice un cataclisma senza precedenti…
Il thriller che non ti aspetti. Con ’solo’ 50 milioni di dollari a disposizione Alex Proyas è riuscito a realizzare una pellicola altamente spettacolare, con convincenti ed coinvolgenti effetti speciali. Ben calibrata e tesa la sceneggiatura, che strizza l’occhio al paranormale, con un Nicolas Cage che finalmente torna a convincere, per quella che sembra essere una lunghissima riuscita puntata dell’X-Files dei tempi migliori.
5 anni dopo I,Robot Alex Proyas si è finalmente deciso a tornare, abbandonando in parte il mondo della fantascienza, per abbracciare quello del drama-thriller a tinte paranormali e catastrofiche. C’è tanta carne al fuoco in questo Knowing, che cresce di minuto in minuto, svelandosi ed aprendo porte ai generi più disparati. Il mistero, che domina fino ai minuti finali della pellicola, è la la traccia principale della trama, che vede il mondo sull’orlo del baratro, almeno secondo quanto annunciano dei misteriosi numeri, scritti in una calda giornata del 1959 da una ’stramba’ bambina.
A tentare di salvare il pianeta ed il propro unico figlio c’è Nicolas Cage, eletto ormai da qualche anno come l’attore di punta dell’action made in Hollywood. Dopo diverse porcate, vedi Ghost Rider, Next e Bangkok Dangerous, Cage torna finalmente a convincere, vestendo i panni di un padre di famiglia distrutto dalla morte prematura della moglie. Rimasto vedovo, Nicolas si ritrova a crescere il piccolo Caleb, su cui pende un mistero che a quanto pare supera il concetto stesso di scienza, almeno così come noi la conosciamo.
Tutto questo Projas lo porta in sala con estrema cura, attraverso una cupissima fotografia, un’inquietante colonna sonora, una discreta sceneggiatura e soprattutto una serie di splendidi effetti speciali, che rendono le scene più ‘apocalittiche’ assolutamente convincenti. Considerando il budget a disposizione, e vista la riuscita, un vero e proprio miracolo. Su tutte un difficilissimo piano sequenza che vede un aereo precipitare a pochi metri da un’autostrada, con un ingresso nell’inferno di fiamme dalla durata di un paio di minuti, senza uno stacco di montaggio che uno, davvero notevole. Ma è tutta la regia a superare l’esame, confermando l’enorme lavoro fatto da Projas sul film, con più di 3 anni passati a scrivere e riscrivere la sceneggiatura, in compagnia degli sceneggiatori autori del soggetto.
Nello sciogliere i tanti nodi sparsi lungo le 2 ore di film, gli sceneggiatori e Projas probabilmente esagerano, soprattutto nel finale, senza però mai infastidire lo spettatore, trascinato lungo i 120 minuti in un fiume di indizi, che porteranno poi al clamoroso e fantascientifico epilogo.
Ciò che ne rimane è un sorprendente thriller apocalittico, che riesce a dimostrare come anche con budget “ridotti” si possano realizzare pellicole di questo genere, se costruite attraverso idee chiare ed originali. Nel suo piccolo, da non perdere.
Voto: 7+