24 ore ancora.
24 ore ancora e Roma si colorerà dei colori dell’arcobaleno.
Son passati ormai 6 anni dal mio primo GayPride, che non dimenticherò mai.
Era il 2003, faceva un caldo assurdo, e la capitale come ogni anno si preparava all’evento della sfilata dell’orgoglio omsessuale. Erano ormai due anni che frequentavo locali, due anni che mi ero totalmente accettato, ma mai ero VOLUTO andare al GayPride.
D’altronde quello che vedevo ai telegiornali non mi piaceva, non mi ci vedevo proprio rappresentato.
Ma che è sta baracconata?!?
Dicevo tra me e me quando i servizi televisivi facevano il loro resoconto annuale sul Gay Pride romano. Travestiti, drag queen, transessuali, tette e culi all’aria, per rivendicare DIRITTI.
E vi sembra questo il modo giusto per rivendicarli? Mi chiedevo con rabbia.
Fino all’arrivo di quell’estate. Incuriosito e convinto da un amico, decido finalmente di partecipare alla sfilata. L’avvicinamento al punto d’incontro è snervante. Ho paura di esser ripreso da chissà quale telecamera o teleobiettivo, finendo magari in qualche bella prima pagina! ME ce manca solo questo….
Ma la VERITA’, la realtà dei fatti, era ormai ad un passo. Entrare DENTRO il GayPride è stata una folgorazione, un’illuminazione sulla via di Damasco, una radicale e strepitosa apertura mentale. Finalmente vidi con i miei occhi quello che in anni e anni non avevo MAI visto in televisione, quello che i media italiani riescono SEMPRE ad evitare, mostrando ciò che a loro fa più comodo.
Vidi infatti un fiume di persone, sorridenti, allegre, colorate, spensierate, scese in piazza per farsi sentire, per farsi vedere, per smuovere la politica e l’opinione pubblica su temi delicatissimi che quotidianamente vengono lasciati in disparte e volutamente dimenticati. Vidi famiglie, anziani, GENITORI, bambini, vidi coppie eterosessuali, ragazze, ragazzi, CANI al guinzaglio e passeggini, spinti da donne orgogliose di esser LI’. Vidi anche i famigerati transessuali praticamente NUDI, circondati dalle telecamere dei tg, solo a loro realmente interessati, vidi le Drag Queen, vidi insomma tutti gli ECCESSI, ai quali però si affiancavano, ed in un numero mostruosamente più alto, i gay “NORMALI”. Avvocati, commercialisti, commercianti, commessi, in jeans e t-shirt, giacca e cravatta, in tuta o pantaloncini corti, vidi ragazzi come me, insomma vidi l’INTERA SOCIETA’ italiana COMPLETAMENTE rappresentata, in tutte le proprie pazzesche sfaccettature.
Vidi il PRIDE, l’importanza mostruosa che è INSITA in lui, vidi la voglia di non NASCONDERSI, di togliersi la maschera, di far capire al MONDO che siamo in tanti e che non ci VERGOGNAMO MINIMAMENTE di essere quello che siamo, a tal punto di scendere in strada, tutti insieme, per gridarlo e sbandierarlo ai quattro venti.
Nel farlo chiediamo UGUALI DIRITTI e rispetto, chiediamo DIGNITA’, chiediamo che non ci siano più cittadini di Serie A e di Serie B, e per riuscirci scendiamo in piazza DIVERTENDOCI, con il sorriso sulle labbra, ballando e cantando, urlando e bevendo, perchè forse SI’, siamo davvero diversi da tutti gli altri. Diversi da quelli che manifestano con le Molotov sotto il giacchettino, finendo addirittura per diventare un giorno Sindaci.
Diversi da quelli che bloccano una città intera, invadendo illegalmente Piazza Venezia con i propri Taxi. Diversi da quelli che arrivano al potere, per poi sfruttarlo a proprio piacimento dando vita a leggi ad personam. Diversi da quelli che per far proprio un diritto, ne attaccano altri. Diversi da chi si trincera dietro un paravento di pura ipocrisia, per poi pippare coca nei cessi di Montecitorio e prenderlo al culo sull Salaria. Diversi da chi vive una vita fatta di menzogne, nascondendosi dietro una maschera. In questo sì, siamo fottutamente diversi.
Noi non ci nascondiamo, anzi scendiamo in strada, con ORGOGLIO! Son passati 40 anni dal primo storico GayPride. Senza quella sfilata, quella ribellione, colorata e trasgressiva ESATTAMENTE com’è ancora adesso, tutto quello che abbiamo oggi probabilmente non potremmo neanche sognarlo.
Non potremmo berci la nostra birrettina serale al Coming Out. Non potremmo andare a ballare nel weekend a Muccassassina, non potremmo semplicemente neanche SOGNARCI di tenere la mano al nostro fidanzato in PUBBLICO, se non addirittura baciarlo.
E’ anche grazie a questa CARNEVALATA se oggi possiamo fare tutto questo. E’ grazie ai nostri “FRATELLI” omosessuali, che negli ultimi 40 anni hanno preso manganellate, insulti, sputi e botte, se oggi possiamo permetterci di vivere un’omosessualità alla “luce del sole”. Tanto si è fatto ma TANTO si deve purtroppo ancora fare.
ECCO perchè il GayPride è FONDAMENTALE. Ecco perchè il GayPride si continua a fare. Ma perchè scendere in piazza? Gli etero per caso hanno bisogno di scendere in piazza per sbandierarlo? No, gli etero non hanno bisogno di farlo, ma noi sì. Dateci TUTTI i diritti, ovvero quelli ancora oggi schifosamente negati, dal primo all’ultimo, e vedrete che il GayPride sparirà come per magia. Fino a quel momento TACETE e soprattutto non sentenziate.
Perchè il Pride NON è quello che si vede in televisione. Il Pride è tutt’altro. Il Pride è un MONDO da scoprire e conoscere, un mondo dove ognuno è giustamente LIBERO di mettere mostra SE STESSO. Il Pride è STORIA, è nei libri di scuola, è una battaglia che va avanti da quasi mezzo secolo, è una sfilata, che PURTROPPO si svolge SOLO una volta all’anno. Solo un GIORNO ALL’ANNO il mondo dei media SCOPRE i soprusi perpetrati nei nostri confronti. Solo un giorno all’anno i giornali ed i telegiornali TORNANO ad occuparsi dell’Universo gay, con tutte le negazioni che ruotano attorno ad esso. SOLO UNA VOLTA L’ANNO.
Quella volta l’anno è DOMANI.
Il mio primo DOMANI c’è stato 6 anni fa e ringrazio ancora Dio o chi per lui per essermi deciso a scoprirlo. Prima di quel torrido sabato pomeriggio del 2003 c’era un Federico limitato, chiuso, con i paraocchi, che non capiva o non voleva capire, che ignorava l’importanza storica di un appuntamento che tutti gli anni porta in strada in tutto il mondo decine di milioni di omosessuali.
Mi è bastato respirarne lo spirito, vederlo, toccarlo con mano, viverlo, per capirlo, sostenerlo ed amarlo.
Siete davvero CONVINTI di volervi perdere un OCCASIONE simile? Se sì, siete dei pazzi…
Roma Pride 2009, c’è il DOMANI che vi aspetta
SABATO, ORE 15:30, PIAZZA DELLA REPUBBLICA, Roma.
INONDIAMO LA CAPITALE!