Il Re ha PERSO.
Silvio Berlusconi voleva il voto plebiscitare. Fino a pochi giorni fa ASSICURAVA che il suo Pdl avrebbe sfondato il tetto del 40%, sognando di poter toccare addirittura il 45%. Quasi un italiano su due. C’ha messo la faccia e il proprio nome, Silvio Berlusconi, candidandosi direttamente, pur di arrivare a questo risultato.
Queste elezioni Europee si son così trasformate in un REFERENDUM sulla sua figura.
Un Referendum che FORTUNATAMENTE è FALLITO totalmente nelle intenzioni.
Il Pdl si è dovuto “accontentare” di un 35% e spiccioli di preferenze. Meno delle politiche di due anni fa. MOLTO MENO rispetto a quanto Silvio&Co si asettavano dalle urne. Altro che 45%, qui siamo 10 punti sotto.
Il sogno di diventare il principale partito del PPE in Europa è così svanito.
Un sogno che, paradossalmente, è diventato realtà per il Partito Democratico.
Con il 26% dei consensi il PD diventa il PRIMO partito PROGRESSISTA, per numero di voti e seggi, in Europa. Dinanzi ad un’Europa che vira a destra, in Italia si materializza lo STOP al Re Berlusconi, che con queste elezioni voleva far proprio un consenso RECORD, che in qualche modo giustificasse qualsiasi scelta futura, Costituzione cambiata a suo piacimento compresa.
Un Pd che ovviamente NON può brindare. Netto il calo anche in questo caso, anche se rispetto alle previsioni della vigilia il risultato è stato MENO PEGGIO di quanto si potesse pensare. Sommando il 2,5% raggiunto dai RADICALI, capaci di una ripresa STREPITOSA, superiore alle ultime europee, dinanzi ad una campagna elettorale portata avanti con 350,000 euro e una vergognosa disinformazione mediatica, ci si avvicina al 30%, ovvero 3% sotto le politiche di due anni fa.
Ci si attendeva una CAPORETTO per il Pd, che invece è si calato, ma non crollato del tutto.
Fondamentale a questo punto sarà fare PULIZIA al suo interno. Via i centristi, via Rutelli, la Margherita, via la Binetti e porte aperte ad una Sinistra che DEVE riunirsi e ritrovarsi sotto un tetto comune.
Le due liste “comuniste” arrivano al 6,5% dei voti. Su quel 6,5% dei voti si può e si DEVE lavorare. Quel 6,5% di voti è un bacino da cui RIPARTIRE, insieme ad un Pd SPURGATO dai cattolici di centro (che andassero con l’Udc di Casini, ma chi li vole) e ad un Italia dei Valori che SFONDA definitivamente.
Unico vero OPPOSITORE al Governo Berlusconi per MESI, Di Pietro ne ha così raccolto i frutti, raggiungendo un clamoroso 8% dei consensi. Alleandosi con Di Pietro e con una RINATA Sinistra, il Pd può ridar vita ad una coalizione di CentroSinistra pronta a RIBATTAGLIARE con Berlusconi e la Lega, clamorosamente sopra il 10%.
Fa paura il BOOM dei leghisti, tanto xenofobi quanto radicati al nord.
Per anni in Europa ci ha RAPPRESENTATO Borghezio, che ne ha combinate di tutti i colori. Da oggi manderemo addirittura ALTRE camice verdi all’EuroParlamento. Della serie Facciamoci del Male…
A vincere, in definitiva, son stati proprio Bossi e Di Pietro. Da oggi sia il Pd che il Pdl dovranno fare i conti con le loro giuste ambizioni. A perdere sia il Pdl che il Pd. Se i primi hanno finalmente ricevuto una NECESSARIA ridimensionata, i secondi devono capire che COSI’ questo Pd non ha senso di esistere. Troppe anime al suo interno, troppe spaccature, troppi parenti serpenti. C’è da fare una ricca e bella ripulita. Subito, immediatamente. Solo così ANCHE il sottoscritto potrà TORNARE a vedere il Partito Democratico come il PROPRIO partito. Ora, per me come per tanti altri, non lo è.
P.P.S. Noemi Letizia SCORTATA al voto dalla polizia, con tanto di seggio BLINDATO e CHIUSO pur di farla votare… senza parole, roba che neanche al Capo dello Stato. W l’Italia.