Generazione Mille Euro
Recensione in Anteprima
Postata da ME anche su Cineblog.it
Uscita in Sala: 24 aprile
Si possono fare in Italia film su una generazione, quella dei 25/30enni, senza scendere nel ridicolo, nel patetico o anche solo nella fastidiosa sensazione del già visto ed eccessivamente forzato? Sì, si possono fare, almeno a giudicare da questo sorprendente Generazione Mille Euro (oscena locandina a parte), che vede tornare in cabina di regia Massimo Venier, finalmente solo e senza il ‘peso’ del Trio sulle spalle.
Vivace, frizzante, divertente, ironico ed autoironico, capace di cavalcare i clichè e di giocarci, ben scritto, interpretato e diretto, Generazione Mille Euro ricorda il mai dimenticato Santa Maradona di pontiana memoria (nei dialoghi, nei personaggi, nella storia e nella freschezza dello script), facendo fare finalmente un salto in avanti alla commedia italiana di stampo ‘giovanilistico’ che, in questi rari casi, tutto è tranne che da buttare…
Una generazione di precari, di laureati con ottimi voti, di ragazzi pieni di sogni nel cassetto, costretti a dover convinvere con contratti di 6 mesi, stitici nella loro pochezza, quasi mai rinnovati e per questo portati ad obbligarli a dover star sempre con la valigia in mano, per tornare a casa da mamma e papà, senza più un soldo e con la coda tra le gambe. Una generazione costretta a dover convivere con i ‘vecchi saggi’ che non vogliono abdicare, che non si schiodano dalle proprie poltrone, per lasciarle poi ai nipoti di turno, quando finalmente si decidono a farlo. Una generazione che prega affinchè quei maledetti nipoti prima o poi finiscano, in modo da poter conquistare quel posto che spetterebbe lei e non a loro, raccomandati da generazioni, anche se appartenenti alla tua stessa di generazione. Una generazione passata dalla tipica e storica variabile X alla ballerina, tremolante e deprimente variabile Y, dove arrivi a stappare spumante se riesci a far tuo un contratto da 1000 euro al mese tutto compreso, ritenendoti addirittura fortunato per essere riuscito nell’impresa!
Liberamente ispirato al libro “Generazione 1000 euro” di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa, arriva finalmente al cinema l’attesa trasposizione cinematografica, decisamente sorprendente nella sua realizzazione, visto l’andazzo generale degli ultimi titoli italiani di “genere”. Poggiata su una briosa, spassosa e grottescamente veritiera sceneggiatura, scritta a 4 mani dallo stesso Massimo Venier e Federica Potremoli, la pellicola porta in sala con cinico umorismo uno spaccato moderno della società italiana di oggi, su cui pende implacabile la sciabola della precarietà.
A vestire i panni dei ‘30enni’ di oggi un cast incredibilmente in palla ed estremamente azzeccato. Autentica sorpresa Alessandro Tiberi, vero protagonista del film, clamorosamente somigliante al più famoso Santamaria, sia nel fisico che nella recitazione. A lui tocca vestire i panni di Matteo, autentico “luogo comune“, come lui stesso si definisce, brillante laureato in matematica finito non si sa come a lavorare in un’azienda di marketing in fase di riorganizzazione. A fargli compagnia, in una casa che cade letteralmente a pezzi, da dividere in quattro e con ovvio e scontato affitto in nero, uno spassosissimo Francesco Mandelli, funambolo della playstation, amante del cinema, laureato con una tesi su Fassbinder ma finito a fare il ‘proiezionista’ in una sala d’essai.
Ai due ‘masculi’, si contrappongono le due ovvie donzelle, interpretate da Valentina Lodovini e l’ormai onnipresente Carolina Crescentini. Sempre più brava, solare e sottovalutata la prima, che piomba in casa di Tiberi e Mandelli come nuova coinquilina, ovviamente anche lei precaria, mentre finalmente in palla risulta essere la seconda, autentica “stronza”, capo marketing, che finisce però per perdere e far perdere la testa al povero Matteo, suo dipendente, che dovrà così scegliere: dare retta all’amore e rimanere “precario a vita” o prendere al volo la classica opportunità di lavoro che solo un coglione rifiuterebbe?
Ai quattro si aggiungono poi un melanconico Paolo Villaggio, che da ‘eterno impiegato’ si trasforma in professore universitario pronto ad agguantare la triste e desolante pensione, ed una macchiettistica Lucia Ocone, nei panni della ‘fannullona’ brunettiana di turno, con contratto a tempo indeterminato in tasca che passa metà delle proprie giornate al telefono d’ufficio con parenti ed amiche varie!
A chiudere i conti una quasi irriconoscibile Milano, una colonna sonora Made in Caterina Caselli, con le sue ‘assistite’ Elisa e l’ormai lanciatissima Malika Ayane a dominare più o meno la scena musicale, una serie di gag e di battute fulminanti ed una Generazione che, nonostante tutto, anche se priva di un presente stabile e di un futuro anche solo abbozzato si rimbocca le maniche e sorride alla vita, affidandosi anima e corpo alle 1000 risorse che irrimediabilmente, e per forza di cose, la contraddistinguono…
Voto:7