La verità è che non gli piaci abbastanza
Recensione in Anteprima
Al cinema dal 20 marzo
Postata da ME anche su Cineblog.it
Un film nato da un romanzo nato da una battuta di una serie tv nata a sua volta da un altro romanzo. Questa è la storia che ha visto nascere La Verità è che non gli Piaci abbastanza, tratto dal libro di Greg Behrendt e Liz Tuccilli, sceneggiatori di Sex and The City. Proprio da una puntata della loro stessa serie, da una semplice frase, partì l’idea di scrivere una sorta di ‘manuale’, di ’saggio d’amore’ suddiviso in capitoli, di Bibbia delle relazioni sentimentali. Lui non ti chiama? Tentenna? Ti porta a letto dicendoti parole dolci per poi sparire una volta finito? Non riesce a dirti “Ti Amo”?Rassegnati, perchè la verità è che non gli piaci abbastanza!
Un successo straordinario in libreria, a tal punto da non poter non arrivare in sala. Per riuscirci ecco che ci si è affidati ad un regista inesperto, Ken Kwapis, suo Licenza di Matrimonio, e ad un supercast, talmente ricco da far girare la testa. Peccato che il film non approfitti delle enormi potenzialità a disposizione, mancando di brio, di freschezza e di quell’ironia che dagli sceneggiatori di Sex and the City ci si poteva e doveva aspettare. Come mai allora non ha funzionato? Semplice, non sono stati loro a sceneggiare la propria creatura, e si vede…
Un ricco gruppone di ragazzi tra i 20 anni ed i 30 anni. Prendete le loro vite, le loro peripezie sentimentali, le loro delusioni ed i loro sogni d’amore, buttateci dentro fraintendimenti ed equivoci vari, in cerca perenne di quel ’segnale’ da dover decifrare in arrivo dal sesso opposto, ed avrete la spina dorsale di La verità è che non mi piaci Abbastanza, commedia che si merita di diritto il timbro “peccato perchè sarebbe bastato davvero poco per renderlo davvero carino…”.
Suddiviso in capitoli, (se lui non ti chiama…, se lui non viene a letto con te…, se lui non ti sposa…, e via dicendo) il film viene intervallato da finte interviste a persone comuni, ricalcando in pieno l’espediente narrativo tipico delle prime edizioni di Sex and The City, poi lasciato nel cassetto in quelle successive.
Ad amalgamare le trame dei tanti personaggi l’amore, con le delusioni ed i sogni che ne conseguono, gli uomini, traditori, bugiardi e profondamente bastardi, le donne, insicure, famme fatale, noiose e perennemente in cerca dell’amore perfetto, ed ovviamente le tante bugie che ruotano attorno a queste 3 colonne portanti, dette sempre per evitare quell’amara ma scontata verità, ovvero che probabilmente non gli piaci abbastanza.
Di materiale per fare un’ottima commedia Ken Kwapi ne aveva davvero a tonnellate. Quintali di clichè sui rapporti sentimentali, da utilizzare come meglio credeva e poteva, una base di partenza, quella scritta da Greg Behrendt e Liz Tuccilli, a dir poco esilarante, ed un cast sinceramente a dir poco invidiabile. Peccato che alla fine Kwapi abbia sfruttato poco tutte queste possibilità, limitandosi ad un compitino che avrebbe potuto essere estremamente migliore.
Eccessiva la durata (2 ore sono troppe…), più briosa la prima parte, troppo statica e moscia la seconda, per un film che parla alle donne ed al loro bisogno d’amore, continuo e costante. Cosa ne viene fuori? Che l’amore non è giustamente automaticamente dato dal matrimonio. Qui tutte le coppie già sposate o pronte a sposarsi sono allo sfascio, funzionano poco e male, andando avanti per pura abitudine. I pochi, invece, ad esser davvero felici e a non avere problemi sono pronti a crearseli proprio perchè manca quel fatidico ’sì’, neanche fosse necessario a certificare un amore che è già Amore con la A maiuscola di suo, senza nessun anello a completare l’opera.
A vestire i panni dei tanti e non tutti riusciti protagonisti un cast che, come dicevamo, grida stupore per quanto ricco e variegato. A spiccare su tutti Drew Berrymore, qui anche produttrice, a cui finiscono le battute più pungenti, dirette e riuscite dell’intera pellicola. Ancor più in parte la meno conosciuta di tutti, Ginnifer Goodwin, a cui tocca l’arduo compito di portare al cinema la classica ragazza in cerca dell’amore, quello vero, che finisce sempre per rimanere fregata dalle bugie e dagli stratagemmi degli uomini, incapaci di dire “no, non mi piaci”, e per questo pronti a tutto pur di fuggire il prima possibile dalle grinfie della malcapitata di turno.
A completare il quadro femminile la solita sensualissima e mangiauomini Scarlett Johansson, sempre più prosperosa e provocante, l’insicura ed infelice Jennifer Connelly e l’incapace di essere felice Jennifer Aniston, innamorata persa dell’uomo perfetto, ovvero un Ben Affleck sempre più manichino, ma pronta a buttare tutto alle ortiche per un banale ’sì’ che proprio non vuole arrivare.
Dal punto di vista maschile, invece, oltre al solito immancabile e stereotipato mondo omosessuale, ci ritroviamo un improbabile Justin Long nei panni di uno sciupafemmine pronto a dare consigli sugli inganni maschili in amore, un metrosexual Kevin Connolly ed un perennemente sorridente Bradley Cooper. Peccato che proprio l’uomo più importante, il regista, non fosse probabilmente all’altezza.
Voto: 6
P.S. FRASE CLOU, detta da due omosessuali, su cui si potrebbe aprire un dibattito INFINITO: Che tu sia gay o etero, se sei solo PASSIVO, non andrai mai da nessuna parte!