Aspettando il Sole
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 20 febbraio
Postata da ME anche su Cineblog.it
Nell’Italia che festeggia i Mondiali di Calcio vinti nel 1982, c’è un hotel fuori mano, il Bellevue Hotel, dove si intrecciano le vite di tanti assurdi personaggi. Ognuno con la propria storia, con i propri segreti, le proprie manie e debolezze, in qualche modo tutte legate ed intrecciate tra di loro, dietro le porte delle stanze che li ospitano, aspettando il sorgere del sole…
Presentato come Evento Speciale alla Festa del cinema di Roma, arriva finalmente in sala Aspettando il Sole, interessantissima opera prima di Ago Panini. Cupa, noir, surreale, grottesca, paradossale ed interpretata da un cast invidiabile, la pellicola rappresenta perfettamente quella piccola parte di Cinema Italiano che si è stufato di “aspettare”, arrivando finalmente ad osare…
Dopo una vita passata a dirigere videoclip e pubblicità, Ago Panini è arrivato finalmente a realizzare il proprio sogno, quello di esordire al cinema come regista. 9 anni gli sono voluti per portare in sala questo Aspettando il Sole, prodotto dalla sua stessa casa di produzione, La Casa, girato in appena 30 giorni, con un budget ridottissimo ed attori pagati “una miseria”.
Attori di grido per il nostro cinema, entusiasti però di lavorare in quest’opera prima, praticamente ‘gratis’, proprio perchè stupiti dalla bontà e dal coraggio dello script. Una storia che ci riporta all’inizio degli anni 80, quando ancora non esistevano cellulari o connessioni ad internet. Era ancora l’epoca in cui ognuno di noi poteva, se voleva, non essere ‘connesso’, non rintracciabile. Una sorta di stagione del ‘non ritorno’, indimenticabile proprio perchè subito dopo nulla fu come prima.
All’interno di questo Hotel, autentico micro mondo, vivono personaggi assurdi, folli, impensabili, su cui pendono come una mannaia due lame affilatissime, quelle della morte e dell’amore. In ogni stanza, una storia. In ogni storia una vita. In ogni vita dei problemi. In ogni problema delle conseguenze, spesso irreparabili.
Mostrando una cinematografia videoclippara, che è nel suo Dna, molto giovanile e soprattutto molto coraggiosa, se non addirittura visionaria (crononberghiana la scena degli scacchi con il Re delle Termiti), Ago Panini dimostra come anche in Italia si possano fare film che finalmente escono dall’etichetta, quasi dispregiativa, “film italiano”.
Abbracciando i generi più disparati, riempendo l’opera di citazioni e rimandi storici alla 7° arte, Panini stupisce, andando addirittura a toccare una rivisitazione biblica, con le termìti come metafora dell’apocalisse, a noi così vicine e paradossalmente così prese alla leggera. Tralasciando alcuni dialoghi, a volte forzati o comunque eccessivi, ed alcuni momenti di eccessiva stasi, il film scorre via senza troppi problemi, tra risate amare, nascoste ed altre più fragorose, grazie anche all’ottima prova recitativa di insieme dell’intero cast.
Bravissimo Giuseppe Cederna, nei panni di un portiere d’albergo schizzato, e convinto di portare avanti una guerra personale con le termìti, come sempre esilarante ed in parte lo sbruffone Claudio Santamaria, affiatata la “coppia porno” Incontrada/Corrado Fortuna, con annesso splendido Bebo Storti, finalmente convincente Gabriel Garko, con tanto di dialetto siciliano e perfetta zeppola, provocante Claudia Gerini, perennemente in lingerie, inquietante Rolando Ravello mentre una menzione a parte merita Raoul Bova.
L’unica ’stanza’ deludente, noiosetta e forse inconcludente è proprio quella che nasconde Raoul Bova, qui chiamato ad interpretate un uomo finalmente mollato (ebbene sì…), per questo distrutto e pronto al suicidio. Un Bova anomalo, come mai lo avevamo visto prima, con tanto di dialetto ciociaro, ma forse penalizzato da una ’storia’ meno convincente rispetto a tutte le altre. Non è lui a non funzionare, ma probabilmente proprio il suo personaggio, insicuro e perennemente sull’orlo del precipizio.
Alternando misteri e follie, amore e morte, casualità e sfortuna, Aspettando il Sole merita un piccolo plauso per il coraggio dimostrato, considerando anche il ridotto budget ed il conseguente scarso tempo per le riprese (4 giorni appena a ’stanza’ )sperando di non dover aspettare ancora molto prima di rivedere opere simili in sala.
Una chicca da non perdere….
Voto:7