Venerdì 13 (2009)
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: OGGI
Postata DA ME anche su Cineblog.it
Si può ‘toccare’ un classico, un’icona horror come Jason Voorhees per riportarlo in sala con un ‘remake’? Una domanda che ormai da un anno riecheggia tra i fan del celebre assassino creato nel 1980 da Sean S. Cunningham e riportato in vita da Michael Bay, in cabina di produzione, e Marcus Nispel, in quella di regia. Un duo già visto all’opera con un altro remake di un classico dell’orrore, Non aprite quella porta, ottimamente rivisitato 6 anni fa.
Finalmente, dopo mesi di dubbi ed incertezze, oggi possiamo dire che Bay e Nispel sono riusciti a non rovinare un mito, riportando al cinema un discreto Venerdì 13, violento, tanto fedele all’originale quanto “innovativo” e pronto a rilanciare una saga che, dopo 13 capitoli, non vuole proprio conoscere la parola fine…
Non aprite quella e Pathfinder. Due film dello stesso regista, Marcus Nispel, totalmente differenti tra di loro. Il primo, forse il miglior remake horror degli ultimi anni, il secondo, forse il film più brutto. Due titoli che hanno spaventato a morte i fan di Jason Voorhees, terrorizzati che potesse prevalere il secondo Nispel sul primo, rovinando il loro mito d’infanzia.
Nispel si è invece ripreso benissimo, realizzando forse il miglior Venerdì 13 dell’intera saga dopo il primo storico capitolo. Riuscitissimo l’inizio. Torniamo al 13 giugno del 1980, a Crystal Lake. La madre di Jason sta uccidendo uno ad uno tutti i ragazzi del campeggio, fino allo scontro finale con l’ultima superstite, che, con un macete, le decapita la testa. A vedere tutto, il piccolo Jason, che giura vendetta alla mamma appena decapitata…
Da questo salto nel passato torniamo ai giorni nostri, con Crystal Lake abbandonato ma spesso preda di giovani in cerca di divertimento, tra tende e sacchi a pelo. Ragazzi che, ovviamente, non potranno che disturbare la ‘quiete’ di Jason, ridando linfa alla sua sete di sangue…
Al passo con i tempi, fedele ed originale. Così risulta essere questo Venerdì 13 del nuovo millennio, capace di spaziare tra clichè e buone idee. Ovviamente immancabili tette, culi e sesso! Da sempre la serie ci ha regalato tende da campeggio in movimento, con Jason pronto a spuntare all’improvviso nel bel mezzo di un amplesso per farsi spazio a colpi di macete. Anche in questo 13° capitolo, giustamente, Jason avrà a che fare con un branco di ragazzi borghesi, viziati e stupidotti che hanno in mente solo tre cose: marjuana, birra e sesso. Nispel conosce bene questi elementi fondamentali del film, tanto da inserirne a bizzeffe al suo interno.
Le novità invece riguardano proprio Jason, molto più diabolico, psicopatico e violento di quanto eravamo abituati a vedere. Scordatevi il Voorhees che cammina a passo svelto, quasi felpato, riuscendo sempre e comunque (ed inspiegabilmente) a raggiungere chi magari sta correndo all’impazzata davanti a lui. Il Jason di Nispel infatti non cammina, ma corre, ti si avventa addosso con una potenza ed un’irruenza da lasciarti senza fiato. Con il macete sferra colpi mortali di una brutalità insensata, alternando armi ad ogni occasione. Lo vediamo così tirare con l’arco, lanciare asce ed ideare trabochetti, neanche fosse un novello JigSaw!
Nispel mette su un vero e proprio luna park dell’orrore, tra cuniculi infiniti, miniere trasformate in gabbie e autobus rovesciati diventati porte d’uscita dall’incubo Voorhees. Aiutato da una discreta fotografia e da uno script che si prende in giro, prendendo a pieni mani da quelle classiche idiozie che solo i film horror possono partorire (tipo entrare in una porta buia, con un pazzo assassino che ti da la caccia, invece che scappare a gambe levate…) e da un enorme dose di violenza, Nispel possiamo dire che supera l’ardua prova, portando in sala un Jason a due facce.
Inizialmente lo vediamo con un sacco in testa, come ne L’assassino ti siede accanto, secondo episodio della saga, per poi prendersi la sua mitica maschera da hockey, come in Weekend di terrore, terzo episodio, prima di iniziare a divertirsi davvero con i nuovi arrivati a Crystal Lake. Tra i boys spicca il gigante Jared Padalecki, arrivato al campeggio mortale per cercare la sorella scomparsa, “misteriosamente” tenuta in vita da Jason, a differenza di tutti gli altri, pretesti viventi per diventare nuove tacche sul suo macete.
La storia, ed alcuni dialoghi, lasciano il tempo che trovano in quanto a credibilità e qualità, ma d’altronde con Venerdì 13 solo una cosa conta… Voorhees e la sua fame di sangue, assolutamente in linea con la ’storia’ della saga. Non possiamo quindi far altro che etichettare il tutto come un ritorno promosso per Jason, ormai rinato e pronto a tornare… ancora, ancora e ancora!
Voto: 7