Il Mai Nato: Recensione in Anteprima

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Il Mai Nato
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 27 febbraio
Postata DA ME anche qui

Casey Beldon odia sua madre, per averla abbandonata da piccola, ma con l’amore del padre, gli amici ed il proprio ragazzo sembra dimenticarsi del passato, fino a quando strani avvenimenti non iniziano a ruotargli attorno. A tormentarla degli spaventosi sogni ed uno spirito maligno, entrato nel corpo di un bambino del vicinato, che vuole da lei qualcosa. Attraverso un varco tra il mondo dei vivi e quello dei morti, Casey toccherà con mano i temuti Dybbuk, anime costrette a vivere sulla terra, e per questo in cerca perenne di corpi da possedere. Uno di questi, in realtà mai nato, vuole solo nascere, proprio grazie a Casey…

C’era molta attesa per questo Il Mai Nato, ritorno in cabina di regia per David S. Goyer, sceneggiatore degli ultimi due fortunati Batman targati Nolan. Peccato che Goyer si perda sin dall’inizio, scrivendo e dirigendo una storia demoniaca che non porta nulla di nuovo al genere, riuscendo, anzi, nell’impresa di realizzare un film che arriva a rasentare la noia, anche se dalla ridicola durata di… 80 minuti!

Maledetti trailer. Come sempre più spesso capita, i trailer riescono ad ingannare perfettamente lo spettatore, che poi andrà a toccare con mano in sala il film ‘lanciato’ dal trailer stesso. Con Il Mai Nato eravamo tutti rimasti particolarmente colpiti. Terrorizzante, con demoni credibili, scene al cardiopalma e mostri spaventosi. Aspettative elevatissime e conseguente cocente delusione. Preparatevi…

Goyer butta nel pentolone praticamente di tutto. Prendendo a pieni mani da un clichè del genere, ovvero i gemelli, lo sceneggiatore/regista ci fa tornare addirittura ai tempi dei campi di concentramento nazisti, quando questi venivano torturati attraverso folli esperimenti medici, diventando delle vere e proprie cavie. Ad unire i fili del discorso le credenze folkloristiche ebraiche, con annessi Dybbok, anime dannate costrette a girovagare tra gli umani, in cerca di corpi da possedere.

Prendendo gemmeli, demoni, religione ebraica, figlia gnocca rimasta senza madre, vecchia matta e mezza strega piena di segreti, madre misteriosamente morta, ragazzo fico e brocco ed amica cinica e sboccata, Goyer completa il suo script, alternandolo a rarissimi momenti di spavento. Protagonista della storia la ‘lanciata’ Odette Yustman, già ribattezzata dal sottoscritto Jessica Scialba.

Costretta a dover rendere credibile una ragazza che in piena notte, in una città ricoperta di neve, se ne va tranquilla in giro con una magliettina scollata a maniche corte (ma con il cappello di lana in testa, attenzione!), la Yustman non passa il suo primo ‘esame horror’, anche se sicuramente verrà apprezzata per il suo splendido didietro, più e più volte ripreso da Goyer, con tanto di slippettini coprenti. Incapace di andare oltre 2espressioni facciali2, (spaventata/sorridente) la Yustman finisce per ricordare la ‘collega invisibile’, rimanendo però una sua lontanissima parente.

Al suo fianco un bello ma impalpabile Cam Gigandet ed un annoiatissimo Gary Oldman, quasi obbligato a vestire i panni di un rabino diventato dal giorno alla notte esorcista, anche se per pochi minuti. Probabilmente Goyer gli avrà promesso ancora più visiblità e spessore per il 3° Batman, pur di prender parte al suo ritorno in sala, perchè in caso contrario la ‘comparsata’ di Gary, che difficilmente si svende, diventa davvero poco spiegabile.

Discrete alcune scene, viste tutte nei trailer, con insetti ed uno spaventoso ‘ragno umano’ come protagonisti, mentre recupera leggermente qualche punto il finale, escluso il momento in cui Goyer si ricorda di aver sceneggiato (e diretto, il 3° capitolo) anche la saga di Blade, scambiando una possessione demoniaca per la licantropia, e quello in cui una vera e propria strage non porta praticamente nessuna conseguenza ai pochi rimasti in vita!

Fesserie varie in un film che prometteva di spaventare a morte, finendo per deludere ed annoiare… peccato.

Voto: 4,5

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