Valkyrie – Operazione Valchiria
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 30 gennaio
Postata DA ME anche su Cineblog.it
Germania, 20 luglio del 1943. Adolf Hitler sta portando l’Europa verso l’autodistruzione totale. La Germania è al limite del collasso, la sfiducia comincia a serpeggiare tra i tedeschi, esercito compreso. Qui, un colonnello, Claus Von Stauffenberg, è costretto ad assistere con orrore all’ascesa di Hitler, decidendo di intervenire in prima persona. Assieme ad altri uomini di “potere” all’interno della nomenclatura nazista, Claus prende lo stesso piano di emergenza di Hitler per consolidare il paese nell’eventualità della sua morte , l’Operazione Valchiria, per assassinarlo e rovesciare il governo, cambiando il corso della storia…
Dopo oltre un anno di furibonde polemiche arriva finalmente in sala il contestato film su uno degli uomini ’simbolo’ della Germania, Claus Von Stauffenberg. Ad interpretarlo un glaciale, imbolsito e monoespressivo Tom Cruise, coadiuvato però da un ottimo cast di contorno e da una regia, targata Brian Singer, avvincente e tesa, tanto da non meritarsi le esagerate critiche piovute da più parti…
La storia lasciamola da parte. Non prendiamo in considerazione le inesattezze, le invenzioni e le parti “romanzate” da Singer e da Christopher McQuarrie, sceneggiatore della pellicola, attaccati dall’inferocita e quasi offesa stampa tedesca. Cerchiamo di giudicare il film, l’opera in quanto tale.
Di fronte abbiamo un autentico pilastro, un idolo, un’icona per tutti i tedeschi. Claus Von Stauffenberg rappresenta infatti una verità storica, troppo spesso dimenticata o taciuta: non tutti i tedeschi appoggiarono le follie di Adolf Hitler. Il malcontento serpeggiava ovunque, e non solo nelle strade, nei quartieri, nelle città, ma anche nei palazzi del potere, nell’esercito, tra quegli uomini che vedevano Hitler tutti i giorni, pranzando e cenando con lui.
La Germania stava crollando, si stava sgretolando, insieme a tutta l’Europa, per colpa di un folle, che andava fermato, in qualsiasi modo. 12 attentati in pochi anni vennero portati a termine nei confronti di Hitler, con uno, Operazione Valchiria, l’ultimo, che arrivò davvero ad un passo dal riuscire nel suo intento.
A capo di questo complotto proprio lui, Claus Von Stauffenberg, colonnello modello, ferito gravemente in Africa, arrivando a perdere sul campo di battaglia un occhio ed una mano. Fedele prima di tutto alla propria patria, alla propria nazione, Von Stauffenberg decise di tradire il proprio capo supremo attentando alla sua vita, rischiando la propria e quella di tutta la sua famiglia, pur di salvare la Germania.
Un rischio calcolato, portato avanti fino in fondo, fino a quel 20 luglio del 1943, quando una bomba esplose a pochi centimetri da Adolf Hitler, facendo credere a molti che finalmente la storia stava cominciando a cambiare direzione…
Come riuscire a mantenere alta la tensione in un film a tinte spionistiche dove tutti conoscono già la fine? Un problema non da poco per Christopher McQuarrie e soprattutto Brian Singer, capaci però di superare a pieni voti il difficile esame. Per farlo i due hanno preso a pieni mani dallo stereotipo del ‘blockbuster hollywoodiano’, farcendolo con una buona quantità di ‘action’, un’onnipresente e pressante colonne sonora, un montaggio intelligente ed una serie di idee di regia sicuramente apprezzabili.
Dall’interessantissima trasformazione iniziale della lingua tedesca in quella inglese, necessaria per cancellare il paradosso di un film con attori quasi tutti non tedeschi, ma nei panni di tedeschi, allo straordinario attacco aereo nemico in Africa, passando per la potente “cavalcata delle Valchirie” ed il crescente ed entusiasmante finale, dove tutti noi ci ritroviamo a sperare che Hitler sia davvero morto, anche se consapevoli che così non è.
Tutto questo riesce alla sapiente mano di Brian Singer, capace di costruire un film decisamente ansiogeno, ricco di suspance e di colpi di scena, con un colonnello Claus Von Stauffenberg sprezzante del pericolo e pronto a tutto pur di metter fine all’atroce dittatura hitleriana. Ad interpretarlo il contestatissimo Tom Cruise, ex Re di Hollywood, finito in disgrazia per colpa del gossip e di Scientology, che l’ha portato lontano dalle major e dal cinema che conta.
Un Cruise costretto a dover portare una benda sull’occhio per quasi due ore di pellicola, limitando così ancor di più la sua già non celebre espressività. Fisicamente funzionale alla storia, Tom paga però la pesante “maschera” dal punto di vista recitativo, senza mai conquistare pienamente. Fortunatamente per lui a soppesare queste mancanze ci pensa il ricco cast di contorno, ben pensato e costruito.
Kenneth Branagh, Bill Nighy e Terence Stamp sono perfetti traditori, mentre Tom Wilkinson un azzeccato ed ambiguo fedelissimo del Fuhrer, voglioso di voltargli le spalle ma incapace di farlo, perchè privo di quel necessario coraggio. Singer tralascia i motivi ‘politici’ che portarono questi personaggi a complottare contro il capo supremo, puntando tutto sull’azione e sulla parte più ’spionistica’ dell’intera vicenda, facendo una scelta netta che tanto ha fatto discutere in Germania. Attorno a loro una sceneggiatura ben calibrata (invenzioni e forzature storiche escluse) capace di mantenere inalterata la tensione per quasi tutte le 2 ore di durata del film, sinceramente promosso.
Voto: 6,5