Come un Uragano
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 19 dicembre
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Due figli da crescere, un ex marito e due corna da mandare giù. E’ dura la vita per Adrianne, indecisa se perdonare il traditore. Perfetto luogo per pensare al presente e al futuro è Rodanthe, piccola isola lungo la costa del North Carolina, dove ad attendere Adrienne c’è una vecchia amica e la sua pensione sulla spiaggia, da seguire in sua assenza. Qui, aspettando impazientemente un annunciato uragano, Adrienne conoscerà un combattuto medico, in crisi con se stesso e bisognoso per questo di aiuto. Due estranei sotto lo stesso tetto, mentre fuori si scatena l’uragano, pronti a conoscersi e ad amarsi…
Ancora una volta Hollywood saccheggia Nicholas Sparks, riportando in sala un altro dei suoi romanzi d’amore/manna per le ghiandole lacrimali, toccando però questa volta il fondo. Come un Uragano merita infatti di concorrere alla palma di peggior film del 2008, grazie ad una sceneggiatura alla baci perugina, ad una regia che definire terribile è dire poco e a due attori, Richard Gere e Diane Lane, misteriosamente finiti in questo stucchevole pasticcio.
Ci sono film melensi e film melensi. Come un Uragano purtroppo non è solo uno di questi film, ma è anche, se non soprattutto, un brutto film. Basterebbero i primi 5 minuti per capire cosa ci aspetterà durante la proiezione, grazie ad un quadretto famigliare da Mulino Bianco andato a male, ma visto che al peggio non c’è mai fine, si andrà avanti fino all’ultimissimo minuto…
Un esordio peggiore alla regia per George C. Wolfe davvero non ci poteva essere. Scolastico, banale, tirato, con pochissime idee degne di nota ed un secchio di ovvietà a soppesare il tutto segnano il suo lavoro. Semplicemente oscene tutte le scenografie rifatte in post produzione, con il mare dietro i due piccioncini protagonisti palesemente aggiunto, con tanto di Uragano degno di un film alla “Alta Tensione”.
Sulla storia poi ci si potrebbe scrivere su una tesi di laurea. Colpe ovviamente divise in parti uguali tra Nicholas Sparks, autore del romanzo, e John Romano, responsabile dell’incredibilmente fastidiosa sceneggiatura. La bella Diane Lane è stata tradita e lasciata dall’ex marito. Costretta a crescere un figlio asmatico ed una figlia che la odia, addebbitandole tutte le colpe della separazione, si ritrova tutt d’un tratto il traditore sulla porta, con tanto di scuse ufficiali e voglia di tornare a casa.
Indecisa sul da farsi accetta l’invito di un’amica a seguire per lei la propria pensioncina, ovvero una folle palafitta a 3 piani, ovviamente abusiva, a 5 metri dal mare in un’isola martoriata dagli uragani! La stagione è finita ma un misterioso cliente ha pagato addirittura il triplo rispetto alle solite tariffe per passarci 4 giorni. Ad occuparsene sarà così la nostra Diane Lane, che si ritroverà davanti il conturbante, affascinante, misterioso e scorbutico Richard Gere.
Sull’isola per “parlare con qualcuno”, Gere pian pianino aprirà il proprio cuore alla dolce Lane, fino all’arrivo di un esplosione d’amore che travolgerà i due piccioncini, proprio come un uragano…
Tutto ciò viene costruito e portato avanti dalla coppia Wolfe/Romano in maniera sinceramente lenta ed imbarazzante. Sono imbarazzanti per noi i momenti che dovrebbero essere imbarazzanti per i due protagonisti, palesementi attratti l’uno dall’altra, così come gli stucchevoli dialoghi, i fastidiosi scatti d’ira di Gere ed il momento clou, quello dell’uragano. Fuori c’è il finimondo, volano mucche, e i due pensano a baciarsi a lume di candela dentro una palafitta di 100 anni a 3 metri dal mare con onde alte quanto un palazzo. Dire che non fa una piega è dire poco…
Ovviamente drammaticissimissima la parte conclusiva, con un James Franco che finalmente dice le sue prime parole all’interno del film, ed un finale che definire telefonato e sinceramente ridicolo è dire poco. Come abbia fatto ad incassare 41 milioni di dollari negli Usa resta un mistero. Più che un uragano un peto.
Voto: 2