Solo un Padre
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: Venerdì 28
Postata DA ME anche su Cineblog
Una carriera lanciata, una famiglia premurosa, degli amici sempre presenti, una morte improvvisa ed una bambina da crescere in perfetta solitudine. Questa è la vita di Carlo, sconvolta dal destino, prima maledetto poi riparatore, quando una semplice indicazione stradale contribuirà a rimetterlo sulla retta via, facendogli incontrare l’amore…
4 anni dopo il terribile 3 Metri sopra il Cielo, 3 dopo il delizioso L’uomo Perfetto e 6 mesi dopo il tentennante Amore, Bugie e Calcetto, torna in sala il promettente Luca Lucini con Solo un Padre, piacevolissima sorpresa tutta italiana di fine anno. Delicato, solido, divertente e commovente, ben interpretato e diretto, Solo un Padre è la lampante dimostrazione di come anche in Italia si possano fare commedie di un certo spessore e perchè no, magari esportabili all’estero…
Tratto dal romanzo Le avventure semiserie di un Ragazzo Padre di Nick Earls, Solo un Padre riporta in sala quella generazione di 30enni borghesi tanto vista e trattata negli ultimi anni ma con un piglio e una forza assolutamente differente. Qui abbiamo un affascinante dermatologo di 35 anni che sembra avere tutto dalla vita. Una fantastica casa, una splendida famiglia, un lavoro appagante ed una magnifica bambina di pochi mesi, autentica luce dei suoi occhi.
Ciò che manca a Carlo, interpretato da un ormai non più sorprendentemente bravo Luca Argentero, è l’amore. L’amore nei confronti della mamma di Sofia, morta per metterla al mondo. L’amore nei confronti della piccola, nata senza una madre e con un padre apparentemente incapace di crescerla, di proteggerla, di educarla, di portarla per mano lungo il cammino della vita. Un amore ormai congelato nella fredda Torino e fatto sfogare con lunghe e faticose corse mattutine, fino a quando dal nulla, a sconvolgergli nuovamente la vita, arriverà Camille, pronta a farlo svegliare dal suo lungo letargo sentimentale…
Vedere certi film e sapere che sono italiani, anche se prodotti Warner Bos., non può far altro che farci tirare un lungo sospiro di sollievo. Perchè sono la conferma che anche qui da noi, in questo cinematograficamente ’strano’ paese, si possono fare commedie che non rasentino la volgarità più estrema o che non tocchino per forza di cose il disagio adolescenziale. Si possono toccare temi delicati come l’amore, la paternità e l’elaborazione del lutto, il tutto in una generazione di 30 enni, in modo divertente e non superficiale, strappando un sorriso, magari alternato a momenti di sincera commozione.
Tutto questo riesce a Luca Lucini, che porta in sala un film interessante perchè non presuntuoso, non eccessivo nè forzato, diretto con intelligenza, ben musicato, con Giorgia ad impreziosire il tutto, ed interpretato. Ad un pacato e profondo Luca Argentero, davvero sempre più bravo, si affianca una splendida Diane Fleri, che già avevamo potuto apprezzare in Mio fratello è Figlio Unico. I giochi di sguardi tra i due, le cose non dette e l’evidente complicità che li lega bucano letteralmente lo schermo, coinvolgendo lo spettatore in sala.
Al loro fianco la piccola e dolce Sofia, Giorgio e Oscar, ovvero gli amici sempre presenti di Carlo, interpretati da un simpaticissimo Fabio Troiano e da un azzeccato Alessandro Sampaoli, l’isterica, perchè donna, Caterina, che sogna di avere Carlo tra le propria braccia da sempre, e Melissa, la madre di Sofia e moglie di Carlo, morta ma in realtà sempre presente nella sua vita, interpretata da un’ambigua Claudia Pandolfi.
Attraverso un montaggio temporale che pian piano si svela ai nostri occhi, Lucini contribuice con il suo tocco semplice ma preciso, fatto di strettissimi primi piani e di movimenti di macchina, a completare un quadro riflessivo ma al tempo stesso solare, con spruzzate di ‘cinema moderno’ e una cornice priva di ogni possibile venatura di volgarità.
In una Torino fredda e borghese interagiscono mondi finalmente non isterici, come quelli ‘mucciniani’, e non sempre e soltanto interessati al sesso, con una piccola splendida bambina a fare da collante. Senza voler esagerare o utilizzare chissà quali iperbolici aggettivi, Solo un Padre è semplicemente una delle migliori commedie italiane viste in sala quest’anno, meritandosi l’etichetta di “piacevolissima sorpresa“.
Voto: 7+