Aide toi, le ciel t’aidera: il Festival Internazionale del Film di Roma ha trovato il suo vincitore?

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Domenica di pienone all’Auditorium di Roma, invaso dai fan minorenni di High School Musical 3 e da migliaia di romani, arrivati in massa per ‘ammirare’ la terza edizione del Festival. Un’edizione che, dal punto di vista del pubblico, sta superando ogni più rosea aspettativa, segno che Roma vuole questo Festival, giusto per zittire le voci che lo volevano al suo 3° e ultimo anno di vita.

Nel pomeriggio una vera e propria ovazione ha accolto Carlo Verdone e Toni Servillo, chiamati a dar vita ad un inedito ma interessantissimo duetto. Una vera e propria lezione di cinema, quella data dai due, intervallata da pezzoni celebri dei loro film. Conclusa la curiosa esperienza con la ’strana coppia’, il Concorso è tornato nel vivo, regalando quello che fino ad oggi si può considerare il miglior film visto, Aide toi, le ciel t’aidera, ovvero Aiutati che il ciel t’aiuta.

Diretto da François Dupeyron, il film ha letteralmente deliziato la stampa, che ha reagito acclamandolo a fine proiezione. Delicato, intelligente, ironico e al tempo stesso drammatico, e perennemente in bilico tra sorrisi e lacrime, Aide toi, le ciel t’aidera ha stupito più o meno tutti, portando in sala la figura di una donna straordinaria, indistruttibile, sempre pronta a risollevarsi e far di tutto per amore dei figli…

Siamo nell’estate più calda del secolo, con Parigi assediata dalla cappa, capace di causare oltre 13000 vittime, e la comunità africana della città pronta a celebrare il matrimonio della giovane Christie Moussa. Peccato che proprio il matrimonio, per la mamma di Christie, Sonia, sia solo l’inizio di una serie di sventure senza fine che porteranno la donna sull’orlo del precipizio. Un precipizio che Sonia riuscirà comunqe sempre ad evitare facendo leva su un’incredibile forza di volontà, mai doma e sempre pronta a rialzarsi da terra…

Da quanto tempo non si vedeva al cinema una mamma come questa Sonia, interpretata da una splendida e bravissima Félicité Wouassi? Da tanto, forse troppo. Una donna sola, con un marito violento, un figlio delinquente, una figlia in procinto di sposarsi, un’altra figlia appena maggiorenne e incinta di 7 mesi e un altro figlio affascinato dal vuoto e dall’altezza, rimanendo sempre in bilico tra la vita e il precipizio della morte. Di fronte a tutte queste difficoltà, alle quali si aggiunge un anziano vicino attratto da lei e la morte improvvisa del marito, da nascondere e non rivelare, Sonia riuscirà sempre a trovare una soluzione.

Risse, morti, gelosie e passioni scandiscono le giornate della povera Sonia, vera e propria iconografia cinematografica della figura materna, con un salone di bellezza a fare da tranquillante, da zona ‘rosa’ dove poter cacciare via i problemi di giornata, trasformati in amari ma sinceri sorrisi.

E’ una commedia umana, spesso surreale e dai toni volutamente eccessivi, divertente e al tempo stesso commovente quella che porta in sala François Dupeyron, capace di dare una precisa e apprezzabilissima impronta stilistica all’intero film. Splendida la fotografia, come l’onnipresente macchina in spalla, che segue da vicino le incredibili vicende di Sonia, in un film impreziosito da uno script ricco di dialoghi interessanti, profondi e mai restii a strappare più di un sorriso.

Piacevolissima sorpresa. Abbiam trovato il vincitore della 3° edizione del Festival di Roma? Probabilmente sì…

Voto: 7

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