Festival Internazionale del Film di Roma
Un gioco da ragazze
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 7 novembre
Postata DA ME anche qui
Presentato come il ‘film scandalo’ del Festival del Cinema di Roma, Un gioco da Ragazze di Matteo Rovere contribuisce effettivamente a portare qualcosa di ’scandaloso’ al Concorso Ufficiale, ma solo perchè clamorosamente inserito al suo interno. Nei giorni scosi il film è stato bollato dalla censura con un pesantissimo divieto ai minori di 18 anni, mandando giustamente su tutte le furie il produttore e il regista, visto che se di divieto si doveva parlare quello più indicato era quello ai maggiori di 18 anni, e non quello ai minori…
Un gioco da Ragazze gratta il fondo del clichè adolescenziale tanto di voga in questi ultimi mesi buttando dentro il calderone praticamente di tutto. Rovere non lascia fuori dal suo ‘gioco’ nulla, mischiando sesso, droghe, corse in macchina, bullismo, tentati suicidi, alcool, discoteche, anoressia e chi più ne ha più ne metta, facendo esplodere la visione stampa in un tripudio di involontarie risate…
Prendi tre sedicenni ricche, viziate, ciniche e annoiate. Una delle tre è ovviamente il ‘boss’ del gruppo, l’ape regina, con le altre due a fare da spalla. Purtroppo non stiamo parlando di Mean Girls, capolavoro demenziale made in Usa, ma del rifacimento venuto male in salsa italiana, lontano anni luce tra l’altro anche da Thirteen, altro film sul ‘tema’. A completare il quadro una ridicola figura di un professore che si crede Robin Williams ne l’Attimo Fuggente, l’ovvia attrazione tra lo stesso prof. e la ‘bad girl’ numero uno, e avrete il quadro completo di un film talmente mal sceneggiato da entrare di diritto nei trash cult del cinema italiano.
Sceneggiatura da brividi, dialoghi al limite dell’imbarazzo e un montaggio insensato rendono lo scorrere del film una divertente montagna russa tra l’incredulità e il fastidio. Ma chi ha detto che la generazione di 16/17 anni di oggi debba esser questa? Ma ce le facesse conoscere Mattero Rovere ragazzine simili, indiavolate, sessualmente attive, impasticcate da mattina a sera che mandano giù vodka come fosse coca cola!
Stiamo sicuramente parlando di una generazione particolare, evolutasi troppo in fretta, cresciuta con internet e il cellulare, quasi sempre annoiata ma da qui a disegnarla in questo modo troppo ce ne vuole. Non sapendo poi cosa lasciar fuori dal circo, Rovere ha semplicemente pensato di infilarci tutto. Tutti gli stereotipi possibili e immaginabili sui ragazzini di oggi li troverete all’interno di Un Gioco da Ragazze, senza fare sconti a nulla e a nessuno. Nel dubbio di sbagliare, lasciandone fuori erroneamente qualcuno, un posticino per tutti è stato trovato!
Paradossalmente proprio la regia risulta essere la meno ‘folle’, all’interno del contesto generale, così come la recitazione delle tre ragazzine, per la prima volta sullo schermo. Semplicemente odioso invece Filippo Nigro, per colpa di un personaggio talmente stupido da risultare fastidioso. Tante, troppe le scene ‘trash-cult’, come quelle buttate lì alla rinfusa e senza una logica precisa, per un film che si ritrova in Concorso al Festival Internazionale del film di Roma. E questo si, è davvero uno scandalo.
Voto:2