Babylon A.D.
Recensione in Anteprima
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Uscita in Sala: 24 Ottobre
In un imprecisato futuro, con il mondo dilaniato dalle guerre, una misteriosa ragazza di nome Aurora deve essere trasferita da un monastero in Mongolia fino al cuore di Manhattan. La missione viene affidata a Toorop, mercenario stanco del proprio lavoro e per questo disposto a superare il confine per ricominciare una nuova vita. Peccato che la misteriosa Aurora abbia dei poteri ‘particolari’ e in tanti, troppi, non vogliono che arrivi viva a New York…
Tratto dal romanzo Babylon Babies di Maurice Dantec, B.A.D. si rivela come uno dei più brutti film di fantascienza mai realizzati prima, tagliato da un macellaio, visto gli spaventosi buchi di sceneggiatura, e diretto da un regista che negli ultimi anni ha perso ogni tipo di credito accumulato ad inizio carriera. Favorito numero uno per la palma di peggior titolo di questo 2008 e probabilmente di diritto nella top10 dei finali più ridicoli e senza senso logico della storia del cinema…
Ci sono film su cui si può chiudere un occhio, su cui si evita di infierire, perchè sarebbe come sparare sulla croce rossa, ma con B.A.D. sarebbe un delitto non farlo. Cosa ne è stato del romanzo di Maurice Dantec lo sa probabilmente solo Mathieu Kassovitz, che con questa sua opera tocca davvero il fondo della propria carriera. Esploso nel 1995 con L’Odio, trionfatore a Cannes, Kassovitz ha poi intrapreso una pericolosissima parabola discendente che oggi raggiunge il suo punto più basso.
Questo Babylon A.D. è semplicemente un insulto al buon senso cinematografico e agli scellerati produttori, che hanno avuto il coraggio di finanziarlo, sborsando addirittura 60 milioni di dollari. L’inizio della pellicola è anche intrigante. Il futuro post apocalittico immaginato da Kassovitz è tipicamente da ‘fantascienza anni 80′. I riferimenti a Blade Runner e Mad Max sono chiari e anche ben sviluppati. Scenograficamente parlando la pellicola è ben studiata, con tecnologie ‘vintage’ e ambientazioni alla Guerrieri della Notte, ma a parte questi piccoli particolari tutto il resto è semplicemente da cestinare.
La storia viene raccontata malissimo. Si capisce poco o nulla della misteriosa ragazzina, del perchè abbia determinati poteri, del perchè debba esser trasferita, del perchè tutti la cerchino e del perchè sia incinta di due gemelli così ‘particolari’. Un mare di perchè in un oceano di “ma siamo matti?”, in arrivo spontaneamente durante la visione della pellicola.
Spesso bocciati gli effetti speciali, con un inseguimento su delle slitte in mezzo alla neve realizzato malissimo, così come le scene di azione, confuse e quasi sempre slegate tra di loro. I tagli in fase di montaggio sono palesi e a dir poco inspiegabili, visti i clamorosi buchi presenti all’interno della storia. Il rapporto tra i personaggi principali, ovvero Toorop, Aurora e la suora protettrice Rebecca, cambia totalmente nel giro di una scena, di due minuti due, senza motivazioni di nessun tipo, seguendo la linea intrapresa dal film intero.
A vestire i panni dei tre protagonisti abbiamo un invecchiato e sempre uguale a se stesso Vin Diesel, una sperduta Michelle Yeoh, che ad ogni inquadratura sembra stia per dire “perdonatemi ma mi hanno profumatamente pagato“, e una bella e schizofrenica Melanie Thierry. Ai 3 si affiancano un Gérard Depardieu mafioso russo, trasformato grazie al make up, e una cattivissima Charlotte Rampling, capo di una setta religiosa che non si capisce per quale caspita di motivo vuole a tutti i costi Aurora ( o meglio lo si capisce ma in maniera molto, troppo sottile…). La storia viene letteralmente fatta precipitare, slegata e sconnessa dall’inizio fino al folle e delirante finale.
Poche volte credo di aver visto un finale simile, una tale presa in giro, un così assurdo e insensato modo di finire un film, con una frase, “a salvare il mondo fu un bambino una volta“, che entra di diritto nella storia trash del cinema americano, grazie anche al contesto in cui viene detta. Una pellicola che infastidisce viste le buone premesse della storia e le interessanti idee scenogragfiche, affogate in un mare di nonsense.
Come Mathieu Kassovitz abbia potuto fare una porcata simile probabilmente nessuno riuscirà mai a spiegarcelo, ma l’ha fatta, e non posso fare altro che dirlo.
Voto:1