A proposito dello stralcio della mia lettera pubblicata da Repubblica e in risposta a quanti mi hanno scritto in queste ore.
Per quanto riguarda la lettera, per una sua corretta comprensione, bisogna collocare il testo rispetto al suo contesto.
E’ evidente che se pensassi veramente che non c’è più discriminazione verso le persone lgbt mi ritirerei a vita privata (come del resto mi hanno prontamente suggerito molti dei miei detrattori).
Fatta questa premessa vorrei ora cercare di spiegare quale è il pensiero politico mio e dell’associazione che rappresento.
Il nostro paese sta vivendo da anni un pesante e interminabile riassetto della politica.
Caduto il muro dell’ideologia siamo davanti ad una trasformazione che sembra sempre più andare verso il bipolarismo modello anglosassone dove si confrontano conservatori/riformatori, repubblicani/democratici….
In questo quadro “rivoluzionario” e complesso ci sono un po’ di variabili strategiche come:
il riassetto dei cattolici presenti a destra come a sinistra
la connotazione politica del PDL. futuro e la leadership del dopo Berlusconi
l’evoluzione del PD alle prese con la costruzione di sé, tra valori, correnti e leadership che si arroventano tra riformismo, sinistra e centro cattolico
la crisi della sinistra radicale ormai extraparlamentare
protagonisti della realtà politica come Fini e Veltroni che stanno lavorando a costruire una politica che sia spendibile in un paese dove la cultura e le tradizioni corporative e ideologiche sono radicate nel tempo
la crisi del centro, considerato come forza politica autonoma, per molti versi oggi outsider perché sconfitta alle ultime elezioni, che cerca di riorganizzarsi e ristabilire una leadership
la Chiesa che cerca una strada nuova e lancia in Francia la “laicità positiva”
Guardate alle dichiarazioni di Fini sulla destra “antifascista” e al tentennare del PD e di Veltroni di questi primi 6 mesi di governo.
Sono o no una prova di questo quadro complesso?
Insomma, un quadro da cui non possiamo prescindere. Che esiste al di là di noi, ma di cui ciascuno di noi individualmente è parte e ha le sue opinioni e ragioni politiche, ma che collettivamente abbiamo il dovere di considerare, per non restare sempre fermi come siamo in Italia all’età della pietra per quanto riguarda le leggi che ci riguardano.
In un quadro così vasto e complesso la cosa più semplice da fare, parlando dei diritti civili, è spesso trovare terreno di scontro strumentalizzando ad esempio, e di nuovo, gay e associazioni sul tema della violenza omofoba, in modo da colmare un vuoto assordante del PD e soprattutto non dare forza ad aperture, tutte da verificare, ma “fondamentali” nel mondo cattolico di destra.
Io non ci sto!
Questo paese è rimasto davvero l’unico in Europa dove i cittadini lgbt sono privi di qualunque diritto e non sono disposta ad assistere di nuovo ad uno scontro ideologico sulla nostra pelle, soltanto perchè non riusciamo ad essere indipendenti e a fare serie strategie politiche trasversali che permettano al paese e a tutti noi di andare avanti.
Stiamo di nuovo tornando indietro, stiamo ricominciando ad urlare che tutti sono asserviti alla Chiesa che ci tiene fermi, che adesso ci sono i fascisti al governo che ci odiano e che fomentano la violenza contro gay e lesbiche!
Questo pensiero conviene a tutti perchè impedisce di vedere che forse la mossa del Ministro Rotondi, cattolico di destra, potrebbe essere una luce nel buio dei conservatori, che potrebbe iniziare a incrinare il muro ideologico intorno alla questione omosessuale italiana e compattare, a nostro favore, il centro, creando quelle stesse condizioni storiche che, negli anni settanta, hanno portato le leggi sull’aborto e sul divorzio.
In quanto alla violenza sui gay e all’omofobia vorrei fare qualche piccola precisazione: questo paese, purtroppo, è sempre più ignorante, incolto invaso come è da modelli di sottocultura mediatica, dell’omologazione che non danno alcun valore alla diversità, da cui il bullismo, la violenza sulle donne, sui disabili, sugli immigrati, negli stadi, insomma un mondo che fa tremare.
Le persone omosessuali, come tutte le minoranze, possono essere facili prede di quella frustrazione giovanile a cui la famiglia, la scuola e la politica non riescono a dare alcuna valida risposta.
In questo senso ritengo che da parte di tutti noi debba sopravvalere un grande senso di responsabilità, denunciando con fermezza ogni forma di violenza verbale, fisica e psicologica, ma stando anche attenti a non creare falsi miti che come sappiamo creano emulazione!
Allora si urla che nella Gay Street si sta assistendo ad un crescere della violenza sulle persone, ma mentre si denuncia bisogna anche organizzarsi per dare sicurezza alle persone e non solo chiedere a gran voce, ma senza proposte concrete, che lo faccia il Sindaco Alemanno. Per me tutto questo atteggiamento potrebbe dissuadere e allontanare le persone dall’ incontrarsi serenamente e alla luce del sole, come oggi accade, perché lo abbiamo conquistato!
Per quanti non lo sapessero la Gay Street, i quartieri gay, nascono negli anni 70 a New York, proprio per difendersi dalla violenza omofoba della gente e della polizia stessa, immagino che nessuno di noi vuole tornare indietro a quegli anni!
Il senso di responsabilità che noi tutti dobbiamo avere è proprio quello di rendere le persone consapevoli dei propri diritti e doveri e quindi di vivere senza paura in ogni città area o luogo del nostro paese, sapendo che le amministrazioni, le istituzioni e le forze dell’ordine condannano ogni forma di violenza e lavorano per lottare contro l’omofobia, ma dobbiamo avere anche coscienza che esistono sempre gli imbecilli invasati e che di fronte a questi forse è bene prendere alcune precauzioni, come si è sempre fatto nei momenti di emergenza.
Il fatto che si denuncino sempre episodi di violenza, ma che ancora non si facciano campagne di prevenzione, piuttosto che i locali della Gay Street non mettano un pò di sicurezza privata a tutela della propria clientela, io lo trovo irresponsabile!
Come donna lesbica preferirei di gran lunga vedere una sicurezza organizzata da altre donne piuttosto che vedere le forze dell’ordine aggirarsi tra noi!
Il principio dell’indipendenza del mondo gay dai partiti lo imploro e lo chiedo da anni; da lungo tempo dico che la comunità lgbt si dovrebbe organizzare in una forma federata, autofinanziata, indipendente, apartitica e apolitica che coinvolga e rappresenti davvero tutta la popolazione lgbt, che agisca come gruppo di pressione culturale e politica e che quindi si tenga lontana da ogni forma di strumentalizzazione ideologica.
Purtroppo rivedere le stesse dinamiche che ci hanno fatto perdere ogni consenso sociale e popolare sui temi gay mi rattrista, mi ferisce e soprattutto mi fa perdere ogni speranza in questo paese dove la politica e i media lavorano in un connubio indissolubile per annebbiare la nostra capacità di osservare e valutare con oggettività i fatti!
Ho votato PD alle scorse elezioni quindi ogni accusa di essere di destra mi fa sorridere!
Mi vanto però da sempre di essere libera, nel pensiero e nelle azioni, e questo non me lo farà cambiare neanche l’essere omosessuale!
Imma Battaglia
Presidente di Di’Gay Project