Kung Fu Panda
Recensione in Anteprima
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Uscita in sala: Venerdì 29 agosto
Po è un grosso grasso e goffo panda, cameriere nel ristorante del padre volatile. Costretto a dover servire zuppe di spaghetti ai tavoli, sogna di diventare un giorno un leggendario eroe di Kung Fu. Fino a quando, inaspettatamente, un’antica profezia indica proprio lui come l’attesissimo Guerriero Dragone, pronto a salvare il villaggio dalle grinfie del cattivissimo Tai Lung, fuggito dal carcere e pronto a tornare per portare morte e distruzione. Con l’aiuto del maestro Shifu e dei leggendari combattenti Tigre, Gru, Mantide, Vipera e Scimmia, Po riuscirà a superare le barriere fisiche che gli impedivano di avvicinarsi al Kung Fu, trasformando tutte le proprie debolezze in temibilissimi punti di forza…
Dopo aver dato vita alla saga animata più famosa della storia del cinema e aver lanciato il ‘nuovo filone’ Madagascar, i maghi della Dreamworks provano nuovamente il colpaccio con questo piccolo gioiellino, capace di strizzare l’occhio alle vecchie care morali disneyane, con quel pizzico di homor e di kung fu che rendono il tutto ancora più godibile…
Bastano pochi secondi per entrare nello splendido mondo di Kung Fu Panda, grazie ad una geniale rilettura del celebre lodo Dreamworks e ad una scena onirica in due dimensioni che omaggia la storica animazione orientale. Pochi minuti per rimanere affascinati da questo nuovo gioiellino animato, per una volta indirizzato con meno evidenza ad un pubblico più ‘adulto’, senza ovviamente tralasciarlo.
La storia del Panda grosso goffo e grasso, che sogna di diventare un eroe del Kung Fu, facendo leva sul suo enorme buon cuore e sulle sue debolezze per riuscirci, è quanto di più disneyano gli autori del cinico Shrek potessero tirar fuori. Il messaggio arriva dritto dritto allo spettatore che, grande o piccino che sia, non potrà non rimanerne travolto.
A condire la morale una storia divertente, ben scritta e realizzata, con una serie di riusciti personaggi, anche se forse troppo poco presi in considerazione, Po a parte, e un omaggio continuo al mitico cinema di arti marziali, senza correre il rischio di cadere eccessivamente nello stereotipo e nel già visto. Si ride meno rispetto ai precedenti lavori della casa partorita da Spielberg, ma il livello animato è nettamente superiore, anche se con un taglio decisamente differente da quello della ‘concorrente’ Pixar, obiettivamente ancora molto avanti da questo punto di vista.
Meno gag ma tantissima azione, coreografata come non si vedeva dai tempi di Matrix, per un film che farà impazzire i più piccoli senza deludere i più grandi. Un capitolo a parte lo merita però il doppiaggio italiano. Se nella versione originale la voce di Po è affidata a quel matto di Jack Black, appare abbastanza incomprensibile la scelta tutta italiana di affidare il doppiaggio al flemmatico e soporifero Fabio Volo. Avrebbe avuto molto più senso un Nanni Baldini, voce di Stewie Griffin, ma la deriva di affidare a personaggi ‘famosi’ voci animate ha fatto strada ormai anche da noi. Dopo il De Sica di Ortone siamo arrivati al Volo di Panda, con un risultato finale simile nella sua incomprensibilità.
La storia scorre via veloce, tra prologo, addestramento e scontro finale, con due personaggi splendidi su tutti, il maestro Shifu, moderno Yoda, e il saggio Oogway, in 90 godibilissimi minuti che strappano più di una risata, arrivando ai bellissimi titoli di coda finali, accompagnati da una scena dopo la loro fine. Il discorso è sempre lo stesso… chi ha amato Shrek, Madagascar e tutte le pellicole animate d’ultima generazione, non potrà che rimanere piacevolmente soddisfatto da questa new entry che, statene certi, ben presto ci regalerà un sequel… aspettando il film d’animazione dell’anno… WALL-E!
Voto: 7